FERMO – Come si risponde all’emergenza? In attesa di novità, per affrontare al meglio il piano pandemico regionale, l’Area vasta 4 guidata da Licio Livini ha pianificato gli step che portano il Murri dal livello 1 al 3, ovvero quello di massima allerta.
Tre sono infatti i gradi: emergenza: grave, severa e massima. “Allo stato attuale – spiega Livini - il Murri è al livello due. Il che significa 68 posti letto per malati Covid”. Per riuscirci, sono sati riconvertiti 22 posti letto di medicina interna, adiacenti il reparto di malattie infettive, per pazienti Covid-19 con media e bassa complessità clinica.
“Ma siccome non mancano i pazienti no Covid, abbiamo aumentato di quattro posti la Medicina di Amandola”. Al momento, restano garantiti tutti gli esami radiodiagnostici e le prestazioni ambulatoriali per tutte le classi di priorità, urgente, breve, differita e programmata.
Il livello due comporta anche “l’attivazione di 6 posti letto di assistenza intensiva ed altrettanti di sub-intensiva per pazienti Covid, attraverso il trasferimento della cardiologia, con sospensione di nuovi ricoveri”. Questo comporta, però, un taglio alle sale operatorie, da quattro a due. “È previsto, ma fino a oggi non attuato perché non necessario, anche l’accorpamento del dipartimento materno infantile, con le unità di pediatria e neonatologia”.
Se il quadro pandemico dovesse peggiorare, si passa al livello 3 con 104 posti Covid, come a primavera. “In tal caso andrebbe modificato il programma operatorio, garantendo solo le sedute per interventi di emergenza urgenza e di classe A. Sarebbero accorpati gli spazi di degenza del dipartimento chirurgico (chirurgia, urologia, ortopedia, oculistica, otorinolaringoiatria) al sesto piano per un totale 34 posti letto” riprende Livini.
Non solo, al piano quinto dell’ospedale sarebbero allestiti altri 26 posti letto per malati Covid all’ex chirurgia. Si andrebbero inoltre ad utilizzare i 6 posti letto della terapia intensiva, estensibili a 7, ad uso esclusivo dei malati Covid. Il terzo livello andrebbe a incidere anche sull’attività di endoscopia digestiva e più in generale dell’attività ambulatoriale di day hospital medico e chirurgico. “Si procederebbe inoltre ad allestire 3 posti letto di assistenza intensiva al blocco operatorio (ex sala gessi)”.
Questo lo scenario futuribile, poi c’è il presente: due ingressi distinti in pronto soccorso previo triage esterno per la verifica di casi sospetti o positivi. Per i pazienti ‘normali’ ambulatorio dedicato per lo specialista. “In pronto soccorso è stato collocato un apparecchio radiologico per esami in pazienti sospetti o infetti, con un operatore dedicato” aggiunge il direttore.
Che ricorda come il Covid potrebbe impattare anche sulla struttura di Sant’Elpidio a Mare: “È in previsione che il reparto di cure intermedie del presidio elpidiense sia adibito a residenza territoriale extra ospedaliera Covid, previo trasferimento dei pazienti attuali in residenza No Covid”.
Raffaele Vitali