MOSCA – All’Obuv ha aperto le porte e nel giro di poche ore gli stand dei calzaturieri fermani, e italiani, si sono riempiti id buyer. Questa è la realtà, c’è un mondo economico che va avanti nonostante la guerra. Già lo si era capitano a Milano, durante il Micam, ma la più importante fiera di Russia lo conferma.
Raggiungere Mosca non è stato semplice, bisogna per forza triangolare, principalmente si passa per Istanbul che è diventato il polo logistico per chi vuole raggiungere la Russia. E questo impatta su tutti quelli che prendono un aereo, visto che in media volare dall’Italia alla Turchia ha prezzi più che doppi ormai da mesi.
I russi, però, hanno fatto poi scelte per agevolare gli imprenditori calzaturieri, a cominciare dalle procedure alla dogana che sono state agevolate dopo anni di controlli ferrei, fatti di bollini e costi maggiorati per bar sbarcare le preziose collezioni.
La Russia pesa per le scarpe e pesa molto per le Marche. A livello nazionale l’export nel primo semestre verso Russia e Ucraina è calato -30%, addirittura del 46% da inizio guerra. Il settore però è cruciale per il distretto, visto che vale 50 milioni, una decina in meno rispetto al 2021.
Pesa come mercato, ma pesano tanto le sanzioni se no al punto di vista tecnico, non sono molte le scarpe che escono dalle fabbriche sopra i 300 euro, da quello psicologico. Ma poi vince la voglia di scarpe made in Italy.
r.vit.