di Raffaele Vitali
MILAANO/MONTE URANO – C’è un angolo di Micam che è proiettato sui giovani e sulla creatività, è lo spazio degli Emerging Designers. Vengono selezionati in tutto il mondo e in questa edizione c’è anche un marchigiano. Arriva da Monte Urano, anche se è ormai per metà milanese, Giacomo Morelli, 38enne creativo che passa la vita tra le consulenze alle aziende, di scarpe e vestiti, e i suoi disegni.
“Difficile etichettarmi, designer è forse la parola che più mi si avvicina. Io mi occupo della progettazione di calzature, ma anche di abbigliamento. E lo faccio ormai da tanti anni”.
Al Micam porta un suo brand. Quale è la novità?
“Ho lanciato una mini capsule di 25 pezzi per cinque modelli. È una scelta ponderata, più piccole sono le collezioni e più possibilità si hanno. È finita l’epoca dei mega campionari, del più ne abbiamo e più vendiamo. Per il periodo in cui siamo, in cui tutti sono attenti a quello che devono comprare, contano fascia di prezzo e proposta. Chi ordina seleziona massimo 2-3 modelli, magari per le varianti di colore”.
Il nome della linea?
“Gio* Milano, siamo già all’interno delle Rinascenti di mezza Italia e anche online”.
Impressioni?
“È la mia prima vera stagione dopo una piccola capsule invernale testata nell’est Europa”.
Dove nasce la scarpa?
“Produzione marchigiana tranne qualche passaggio a livello di tomaia”.
Cosa la caratterizza?
“E’ una scarpa in cotone, potremmo dire realizzata con l’antica tecnica dell’uncinetto o crochet. Il modello è pulito, cambiano fantasie e colori, con la pelle che caratterizza la scarpa in alcuni inserti e ovviamente nella fodera. Per ora è una collezione solo per la donna”.
Distribuzione?
“Oltre alla rinascente, ci stiamo predisponendo per uno sviluppo online, abbiamo un distributore per l’est Europa e uno showroom a Milano. Ora abbiamo stretto un accordo con il più grande retailer russo”.
Il Micam apre delle porte?
“Senza dubbio, passano clienti, passano buyer, passano curiosi. Abbiamo chiuso ordini con Cipro e con alcuni clienti dei paesi Baltici”.
Capsule estiva, l’invernale?
“Ci sto lavorando. Abbiamo testato un teddy boot. Ora sto provando un intreccio con i fili di lana, ma è funzionale solo per alcuni Paesi. L’idea comunque è di produrre sempre una capsule da 25 pezzi”.
Investimenti previsti?
“Dare continuità alle collezioni, aumentare i collaboratori per l’espansione geografica, la rete commerciale estera. Insomma, resistere e provare a crescere”.
Clientela di riferimento?
“Anni fa avevo puntato con un primo brand sul lusso, poi me ne sono allontanato. Oggi propongo il giusto prezzo, un entry price da 150 euro. la scarpa Gio* Milano deve essere quella cosa sfiziosa che posso comprare senza troppo impegno”.
Ultima domanda, le sue scarpe sono tutte basse. Ma il tacco?
“Credo che il tacco vada a scemare, il concetto di eleganza non è più solo legato all’altezza. Ormai siamo di fronte a una evoluzione importante, la comodità piace a tutte. Tra noi designer sono pochi quelli che arrivano al 120, massimo 50”.