MONTEGRANARO – Fare presto e fare bene. Altrimenti è dura. Le scarpe non si vendono, la crisi internazionale chiude mercati e per storici calzaturifici non resta che la via del concordato.
È successo poche settimane fa al colosso Melania, per decenni azienda leader nel settore bambino, è successo da pochi giorni, come anticipato dalla Conceria, al calzaturificio Spring. Che magari non dirà molto come nome, perché per tutti era ‘Mario Bruni’, ovvero uno dei brand più noti nel settore uomo.
Tutto è cominciato un anno fa, quando dopo un cinquantennio di gestione ottimale, il fatturato è diventato ingestibile. Da 80 dipendenti si era passati a una cinquantina, poi via con la cassa integrazione, chiesta anche per fronteggiare il Covid, e da ultimo una dozzina di licenziamenti a ridosso del lockdown.
Ora il concordato da presentare entro novembre per delineare la modalità di ristrutturazione del debito. Spring ha sempre pagato i dipendenti, ma ora è indietro di due mensilità.