FERMO – Un hackathon di grande livello. La notte del Montani è stata una vera notte di ricerca, anzi di programmazione per un futuro in cui anche il mondo digitale deve essere sostenibile.
“Questa è la scuola che ci piace” ha sottolineato la dirigente Stefania Scatasta. Quella in cui Leonardo Belladonna, scomparso tropo presto, avrebbe trovato soluzioni in 20 minuti. A cui, per il format dell’hackathon, si sono aggiunte 20 ore.
Tra venerdì e sabato c’è chi si è presentato con il sacco a pelo, per un riposino veloce durante la programmazione, ma soprattutto si è bevuto tanto caffè dento le aule del Montani. Alunni seguiti da docenti ed ex allievi. Oltre a loro i responsabili di cinque aziende tecnologiche e il supporto culinario dell’East Side Cafè di Casabianca, dove Leonardo lavorava nel tempo libero.
La famiglia di Leonardo, mamma Milena e padre Gabriele in prima fila, hanno accompagnato i giovani programmatori fino all’ultimo step, quello in cui hanno consegnato allo studente “che ha saputo collaborare e aiutare gli altri” una borsa di studio dedicata al figlio. Il migliore è stato Giovanni Ferracuti.
A livello di hackathon si sono sfidate sette squadre. Al termine a vincere è stato il team Byterush, il lavoro è stato giudicato dalla commissione composta dai referenti delle aziende partner (Getby, Cooder, Enter Sys Data e Overside), dagli ex allievi, guidati da Carlo Labbrozzi, e dal professor Tomassetti.
Una lunga notte “per una scuola vissuta con entusiasmo in cui 160 ragazzi si sono impegnati, tutti uniti dal ricordo di Leonardo” la chiosa finale di Stefania Scatasta che ha ringraziato per il supporto tutto il personale scolastico (foto Sebastiano Gezzi 5 INB).