FERMO - Nozze d’oro tra don armando Trasarti e la Chiesa cattolica. Un prete ‘diverso’, che ha fatto carriera, diventando vescovo di Fano, ma che ha poi scelto di tornare tra gli ultimi per condividere i suoi ultima anni di missione.
Trasarti ha festeggiato all’interno del carcere di Fermo, la parrocchia che gli è stata affidata dall’arcivescovo Pennacchio al suo ritorno dalla diocesi fanese. Con lui, a fare festa, oltre ai detenuti c’erano il prefetto Edoardo D’Alascio, il sindaco Paolo Calcinaro, il presidente della Provincia Michele Ortenzi, la presindete delle Pari Opportunità Maria Lina Vitturini, la presidente degli ordini degli avvocati e il garante per i diritti dei detenuti.
La direttrice Serena Stoico non ha avuto dubbi a dire sì a questo momento per il prete che ha saputo avvicinare anche i musulmani. “Sono cresciuto con l’esempio di monsignor Franceschetti, mi ha sempre detto di amare l’uomo imperfetto, di stare vicino a chi sbaglia sempre. Anche io piango di fronte al dolore che c’è qui dentro” sottolinea l’ex vescovo.
Ogni domenica varca i cancelli di ferro e celebra la messa, poi i momenti più intimi tra racconti e incontri, per chi, li ha, con i figli. “Ogni momento un sorriso, di quelli veri” prosegue. E proprio loro gli hanno fatto un regalo preparando il buffet, cucinando per ore per fare di chi riesce a strappargli un sorriso nel luogo più triste il protagonista del giorno. Festa che ha condiviso anche l’infermiera del carcere, che da 28 anni assiste chi deve scontare la sua pena e provare a rimettersi in gioco.
Il tutto sotto il controllo della polizia penitenziaria guidata da Loredana Napoli che tra mille sforzi, sempre in attesa di rinforzi, garantisce equilibrio. “Dobbiamo rendere il carcere un luogo di sicurezza, umanità e recupero” ha ricordato a tutti la Stoico. “Qui la domenica ci si sente in famiglia. Ho partecipato a una messa e tornerò” la chiosa finale di D’Alascio.