di Raffaele Vitali
Italia - Serbia è la classica partita che tutti vorrebbero giocare. Anche senza Jokic in campo.
La stella della Nba rimpiangerà di aver preferito le vacanze ai Mondiali perche ora la sua squadra rischia addirittura l'eliminazione. Merito dell'Italia di coach Pozzecco, a cui mancherà un po' di lucidità ma di certo sa come si crea un gruppo e si valorizza la singola risorsa.
Una Nazionale senza un vero leader ma che sa ogni volta trovare il suo protagonista. Questa volta Fontecchio, un'altra Melli o Datome, che è con un piede tra i pensionati del basket ma quando si accende, otto punti in un minuto, fa malissimo a tutti.
C'è poi il fattore 'M' a rendere unica questa Nazioanle di basket. Sono i marchigiani, che come tutti i nati nelle Marche sono discreti, silenziosi e utili. Da bravi artigiani fanno la cosa giusta quando serve, tenendo un livello costantemente alto.
Paiola, considerato uno dei migliori difensori d'Europa, si è ricordato nel girone elimintatorio che sa anche segnare. Polonara è una costante a livello di energia tra rimbalzi e appoggi mancini.
Ma chi è uscito dal cilindro di Pozzecco è Severini, ala grande solo di fisico perché la mano è educata. Il suo compito, però, non è quello di segnare. Lui deve fare cose utili, ma quando contro la Serbia la palla gli è arrivata in mano e i suoi piedi erano ben piazzati fuori dalla linea da tre punti non ha esitato: tripla che indirizza il match dove Fontecchio, che ha fatto la giocata decisiva a pochi secondi dalla fine, voleva.
"Sono orgoglioso di questi ragazzi. Non mollano mai e insieme ci hanno regalato un’altra serata indimenticabile. Non è stato semplice perchè la Serbia è un top team e il loro basket è sempre di alto livello. Lo dico spesso e lo ripeto, questo gruppo è incredibile” il commento del coach.
Non resta che superare l'ultimo ostacolo, il Porto Rico domenica mattina per approdare ai quarti di finale sapendo di poter contare sul fattore 'M', quello che gli altri non hanno.