MONTEGRANARO - “Da fiore all'occhiello dell'Italia, la moda italiana, è diventata un'eccellenza fragile. È di estrema importanza preservare i veri artigiani che sono figure che richiedono un ricambio generazionale nella formazione delle nuove leve. Le eccellenze fragili sono, in particolare, gli artigiani delle micro, piccole e medie imprese del Paese”. Il timore della presidente di Unimpresa Moda, Margherita de Cles è evidente.
Il settore è in crisi: da un lato, i grandi marchi del lusso, sempre più volubili, riducono gli ordini e impongono prezzi di produzione insostenibili; dall'altro, la ricerca di margini di profitto elevati spinge molte imprese a delocalizzare le produzioni all'estero. Una corsa al ribasso che colpisce duramente le piccole realtà artigianali, vero cuore pulsante del Made in Italy.
Anche se delle soluzioni ci sono, a cominciare da politiche mirate per le micro e piccole imprese, al fine di accedere a sovvenzioni in grado di potere supportare la qualità della filiera tenendo fermi i principi di sostenibilità, qualità e tracciabilità, dando vita a un mercato del settore creando e stimolando nuova economia.
“Occorre promuovere un sistema fiscale agevolato, ad esempio per i primi sette anni sulla falsa riga dell'imprenditoria giovanile, riducendo la burocrazia inutile e lasciando libere soprattutto le microimprese per porsi nelle condizioni ideali di esprimere al meglio la propria originalità, che è la base fondamentale della caratteristica unica del nostro Paese. Per quanto riguarda la formazione, è necessario istituire percorsi formativi finalizzati, specifici e strutturati per ricreare quel clima di libertà creativa essenziale al patrimonio culturale italiano che purtroppo oggi è eccellenza fragile” prosegue De Cles.
Ma il punto su cui bisogna lavorare è il reshoring, il ritorno in Italia di quelle aziende che per anni hanno prodotto oltre confine, abbandonando i distretti. “Il rientro di queste attività potrebbe rilanciare l'artigianalità italiana, dando nuova linfa a mestieri che rischiano di scomparire: sarti, modellisti, tessitori e conciatori. Un'opportunità resa concreta dal decreto legislativo 209 del 2023, che offre agevolazioni fiscali del 50% per sei anni a chi trasferisce la propria produzione in Italia da paesi extra Ue” spiega Unimpresa Moda.
“Sto pensando di riportare alcune produzioni nelle Marche” ha detto Graziano Mazza, ad di Premiata, azienda leader nel settore fashion sneaker nato a Montegranaro ed esploso grazie al know how italiano e alla produzione in Oriente. Lui potrebbe essere proprio uno dei primi a seguire questo percorso.
“Il reshoring – conclude la presidente – è un intervento di in grado di rilanciare il Made in Italy: obiettivo è riportare l'Italia ai fasti del dopoguerra, quando il settore manifatturiero contribuiva per oltre il 6% al pil nazionale, trasformandola in un simbolo di raffinatezza riconosciuto in tutto il mondo”.
r.vit.