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Moda, le Marche spingono e Urso libera risorse: credito d'imposta, taglio del 50%. Più fondi per green e digitale. Moratoria rinviata

3 Settembre 2024

FERMO – Compatti come non mai. Anche in viaggio, con pulmino condiviso per non disperdere energie e pensieri. Confindustria, Confartigianato e Cna sono arrivate a Roma, insieme con Camera di Commercio e Regione Marche, per incontrare il ministro Urso e ragionare sulla situazione, di crisi, del comparto moda.

Ad aprire il gruppo il presidente Francesco Acquaroli, che con il ministro ha avuto un incontro privato e operativo. Nel mentre i rappresentati di categoria, c’era anche il presidente camerale Sabatini, insieme con l’assessore Antonini (leggi il suo intervento) e la dirigente Bussoletti, pianificavano strategie, ascoltando possibili soluzioni, con i vertici del ministero del made in Italy.

I risultati si vedranno, “ma intanto – raccontano i protagonisti – si è parlato di Marche, della nostra specificità, delle nostre impellenti necessità”.

Il ministro ha ascoltato e preso appunti: “Abbiamo affrontato – riprende Acquaroli – diversi temi: dal sostegno al settore della moda alle misure di politica industriale che governo e regione stanno mettendo in campo. Particolare attenzione è stata data alla zona logistica speciale in territorio marchigiano e al rafforzamento dell'area di crisi complessa che interessa la Regione, nei territori della Val Vibrata - Valle del Tronto – Piceno e il distretto Fermano Maceratese”.

I tempi non saranno brevi, è evidente. Il pensiero del pulmino, sulla via del ritorno, è un misto di speranza e pacato realismo: “Da qui a Natale l’unica azione che potrebbe arrivare è quella sul credito d’imposta. Stiamo lavorando a una soluzione per fare un saldo e stralcio. Ovvero ridurre del 50% quanto dovuto dalle aziende. Poi se uno insiste sul ‘non dover ridare nulla’ potrà avvalersi dei certificatori e dimostrare la sua ragionevolezza. Di certo, se il Governo approverà questo percorso, non ci saranno sanzioni, anche per chi ha già ricevuto la visita dell’agenzia delle entrate”.

Se dovesse passare il taglio, il Governo dovrà recuperare circa 750milioni, è questa la somma che mancherebbe e che era invece già prevista. “E’ in discussione, ma questa soluzione è quasi certa” chiariscono dal pulmino Caranfa (Cna) Luciani (Confindustria) Totò (Confartigianato), Grimaldi (Confindustria), Longhi (Confindustria) e Doriana Marini, che è la voce nazionale nel settore moda della Cna.

“Si tratta di un settore strategico su cui si è formata l’immagine del Made in Italy nel mondo e per questo siamo al lavoro su misure per l’internazionalizzazione e per il supporto al comparto in questo momento di difficoltà, affinché si alleggerisca il carico sulle imprese” ha chiarito Urso, provando a rasserenare gli animi.

Funzionale è stato poi l’incontro tecnico con i dirigenti del ministero, perché Antonini, che ha la responsabilità nazionale del tavolo della Moda, ha potuto snocciolare le varie richieste, supportato dagli esponenti imprenditoriali che si sono divisi i compiti.

Le associazioni di categoria hanno ribadito l'importanza di misure per la moratoria dei debiti e la necessità di liquidità e cassa integrazione, “che sarà il tema dell’incontro del 18 settembre a Roma, insieme con l’assessore Aguzzi, con la ministra Calderone” chiariscono.

Purtroppo sulla moratoria non ci sono state le aperture attese dal comparto. “Ma – riprendono direttori e presidenti – è in via di definizione la legge sul made in Italy. Importanti sono l’articolo 10 e 11 che prevedono linee di investimento per le aziende su sostenibilità, riutilizzo e digitale”.

Nel dettaglio ci sarebbero 10 e 15 milioni per le due misure. "Sono pochi, lo abbiamo ribadito al ministero, ma hanno garantito che è una ‘prova’ per poi indirizzare annualmente risorse. Si parla di valorizzazione di fibre naturali e di azioni legate alla digitalizzazione  al green, per ogni investimento il Governo garantirebbe il 50% a fondo perduto o tramite mutui a tasso zero. Vedremo”.

Ottimismo, ma non troppo, gli imprenditori sono realisti e i tempi della politica troppo spesso non collimano con quelli dell’economia reale. “Il ministro ci ha dato attenzione. Il Tavolo di settore è fondamentale per concertare con tutti gli operatori gli interventi indispensabili per il rilancio di questo comparto” chiosa Acquaroli che ora come tutti attende la legge sul made in e quella per le Pmi che il Governo sta studiando, partendo da una bozza rimasta per un decennio nel cassetto nonostante la volontà dell’allora premier Berlusconi.

Raffaele Vitali

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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