di Raffaele Vitali
PORTO SANT’ELPIDIO – Con le vetrine che cambiano volto, segnate dai grandi numeri che certificano gli sconti, sono iniziati i saldi. Arrivano in un momento particolare, complesso in particolare per la moda.
In regione di discute di misure funzionali alla ripresa, presto ci sarà un tavolo al ministero, promosso proprio dalle Marche, che ha uno dei primi distretti d’Italia, ma è tutto il sistema che traballa, come conferma Annarita Pilotti, presidente nazionale di Confindustria Moda. L’imprenditrice calzaturiera di Porto Sant’Elidio non può che partire dai numeri del primo trimestre, in particolare da quelli dell’export.
I NUMERI
Il calo sul 22023 è del -10,1%. Tra i mercati principali cala l'export verso la Germania, dove si registra una diminuzione del -8,4%. Crolla l'export verso la Svizzera (-64,6%), segno del perdurare delle scelte logistiche delle griffe di sostituire le triangolazioni nei depositi elvetici a favore di spedizioni dirette verso i mercati di destinazione finale.
Per quanto concerne Russia e Ucraina, a due anni dall'inizio del conflitto, andamento divergente: dopo il rimbalzo di entrambe nel 2023, la Russia rallenta nuovamente in avvio 2024 (-18,7%); prosegue invece il recupero in Ucraina (+23,4%). Calano, anche se in maniera minore, la Francia, che registra un -1,4%, USA (-4,8%). In aumento le esportazioni verso la Cina (+2,4%), il Giappone (+1,9%) e la Spagna (+10%). In parallelo, è stata condotta un'analisi ex-ante, volta a indagare le attese circa l'evoluzione del secondo trimestre 2024.
LA VOCE DELLE IMRPESE
Quello che preoccupa maggiormente il sistema è la poca fiducia nel futuro. solo il 10% degli imprenditori contattati da Confindustria Moda prevede un miglioramento dello scenario; inoltre, se per il 47% degli intervistati il prossimo trimestre vedrà una congiuntura stabile, il 43% immagina invece un ulteriore peggioramento. Da qui il fatto che per sei imprenditori su dieci il fatturato calerà e non poco rispetto al 2023.
Le problematiche principali sono la carenza di domanda, l’aumento dei costi delle materie prime, dovuto al contesto geopolitico e l’assenza di figure professionali funzionali allo sviluppo e al ricambio generazionale non più rinviabile.
L’ANALISI DELLA PILOTTI
La presidente, che vive i problemi anche in prima persona guidando il calzaturificio Loriblu, non perde il suo piglio combattivo e affronta il ‘sistema politico’ a testa, e voce, alta: “Siamo in sofferenza. La nuova frenata dei ritmi produttivi e il conseguente ricorso agli strumenti di integrazione salariale allontanano ulteriormente i tempi della ripartenza per l'intero settore. Noi – sottolinea la Pilotti - siamo al fianco delle imprese e, al contempo, a disposizione del Governo per lavorare con le istituzioni e nell'ambito del Tavolo della Moda, istituito presso il Mimit”.
Questione calda resta quella del credito di imposta: “Stiamo cercando di risolvere sia quella relativa al periodo 2015 – 2019, sia per il futuro, dando ruolo e voce a quello che le nostre imprese fanno per essere competitive sui mercati grazie ai campionari che preparano appunto con un grande lavoro di R&S”.
Pilotti rivendica per le aziende della moda “il diritto di essere messe tutte sullo stesso piano, sia quelle che hanno ricevuto il pvc sia le altre, che hanno usufruito in maniera considerata legittima del credito d'imposta e che al momento non sanno come possa finire”.
Non si possono aggiungere problemi a problemi, quindi una soluzione e rapida va trovata. “Anche perché le sfide oggi sono davvero tante, dall'incertezza economica alle criticità di carattere occupazionale, dalla sostenibilità - componente ormai fondamentale nelle strategie delle imprese - alla formazione. Il nostro settore ha mostrato negli anni di essere forte e resiliente e crediamo sia necessario lavorare affinché ogni impresa sia messa nelle migliori condizioni per continuare a competere nei mercati internazionali, dove da sempre rappresentiamo la qualità e la bellezza del Made in Italy” conclude la presidente di Confindustria Moda.