di Raffaele Vitali
MONTEGRANARO – Un confronto tra imprese della moda e politica in un caldo sabato mattina. Il distretto fermano - maceratese fa squadra per affrontare la crisi, che è davanti agli occhi di tutti. “Siamo il distretto della moda più importante d’Italia. Siamo partiti dai dati, purtroppo negativi, già sapendo che l’autunno sarà peggiore” esordisce il presidente di Confindustria Fermo, Fabrizio Luciani, affiancato dal collega di Macerata, Sauro Grimaldi.
Da qui l’analisi delle criticità e le possibili soluzioni per tamponare l’emergenza e poi crescere. “Il presidente della regione e il Governo ci hanno dato la loro disponibilità”. Ad ascoltare, a lungo, ci sono infatti stati il presidente Acquaroli, la sottosegretaria Albano, l’assessore Antonini e a seguire consiglieri regionali, sindaci, anche del distretto del cappello, e presidente della provincia.
L’ANALISI ECONOMICA
Confindustria l’ha affidata al professor Marco Cucculelli, economista della Politecnica delle Marche. “La produzione nel primo trimestre è diminuita dell’8,6%, quella esportata del 10,6%, mentre la cassa integrazione è raddoppiata nel solo calzaturiero”. La crisi il professore la definisce trasversale: “Interessa ogni comparto moda, tutti i mercati di destinazione dell’export, inclusi quelli dell’Europa più ricca e nord americani, interessa ogni dimensione di impresa”. E il secondo trimestre sarà peggiore del primo, come hanno ribadito imprenditori e analisti in queste settimane.
Se questa è la fotografia, l’economista guarda anche al domani: “La ripresa è prevista nel 2025, parliamo di un anno di attesa, un tempo troppo lungo in cui forse le imprese devono capire che non basta attendere la ripresa. Dal mio punto di vista – ribadisce Cucculelli - in giro per il mondo ci sono mercati interessanti e parto proprio dai due in crisi oggi, che sono certo saranno il traino delle nostre produzioni”.
Uno spunto interessante, non cambiare come spesso si dice destinazioni in periodo di crisi, ma presidiare e rilanciare sui mercati più solidi: “Non si può lasciare il campo nei mercati in cui da tempo siamo presenti. Non è il momento per guardare a nuovi mercati, stabilizzarsi su Europa e Nord America perché c’è spazio per essere competitivi, sono mercati che assorbono quantità di produzione di gran lunga superiore a quelle che noi garantiamo”.
Per rimanerci servono però filiere ricche e capaci di permanere nel lungo periodo. “Le imprese di questo comparto sanno essere efficienti dal punto di vista della produzione, ma non basta più, bisogna aggiungere qualcosa, vedi la sostenibilità, oltre al marketing e alla produzione. Questo farà la differenza”.
POLITICA INDUSTRIALE
Cucculelli, lascia poi la parola ai rappresentanti istituzionali ribadendo che “da analista economico apprezzo il tavolo tecnico, la politica industriale risponde con entusiasmo e interesse. Primo settore per occupazione delle Marche, non dobbiamo mai dimenticarlo”.
Lo conferma il governatore Acquaroli: “Siamo preoccupati. Le crisi internazionali non facilitano questa stagione, che dura da troppo temp. Noi abbiamo deciso di convocare un tavolo a livello regionale per capire i correttivi e le strategie da mettere in campo in fretta. Vogliamo correggere il tiro e andare incontro alle esigenze di questa nuova fase. Dal calo degli ordini alla carenza di liquidità a una serie di problematiche che emergono, ci spingono a cambiare la strada presa, segnata da innovazione, ricerca, sviluppo e internazionalizzazione. Ora ci sono altre priorità, il Governo regionale deve correggere il tiro e lo faremo”.
Per le Marche il settore è nevralgico, lo ribadisce il presidente che manda così un messaggio chiaro anche a chi dice ‘che si parla sempre di scarpe’: “E’ un orgoglio la moda, ma soprattutto porta il brand Marche nel mondo. Non solo dobbiamo tutelare le aziende, dobbiamo farle superare la fase e poi continuare ad accompagnarle valorizzando il settore”. Sarà necessario coinvolgere il governo, per cui al tavolo regionale sarà abbinato un tavolo nazionale in cui far emergere le criticità.
Le variabili cambiano ogni mese. “Prima c’è stata la guerra in Ucraina, poi è arrivata l’energia, ora il mar rosso e infine il rallentamento dei consumi, con un cambiamento che oggi porta le famiglie a spendere in settori differenti dalla moda. Quindi dobbiamo riprogrammare l’azione. Un’azione con la Toscana o le altre regioni della moda? Non facile, parliamo di dimensioni differenti. Noi dobbiamo rispondere con le nostre strutture e politiche regionali. Poi c’è il livello ministeriale”.
Azioni, quindi, e rapide condivise con l’assessore allo Sviluppo economico, Andrea Maria Antonini che è stato presente dal primo all’ultimo minuto all’incontro: “Se il tema è la liquidità, lavoreremo su questo aspetto. Se parliamo di calo è quello degli ordini, punteremo ancora di più sull’internazionalizzazione. Nei prossimi giorni ci troveremo in regione per il tavolo e troveremo le risposte. Questo incontro è stato utilissimo, ma già due settimane fa in una Giunta abbiamo preso atto della necessità presentata dall’assessore di convocare il tavolo del credito e della moda. L’allarme ci era arrivato”.
Come arriverà ora forte a Roma con Lucia Albano: “Un tavolo tecnico importante e utile, abbiamo ricevuto dati e proposte da portare al Governo per inserire nell’agenda nazionale i problemi del comparto. La proposta al Mimit è pronta, con il sottosegretario Bergamotto che ha la delega alle crisi d’impresa siamo già in contatto. Le risposte possono essere molteplici, ma servivano i numeri per decidere le azioni”. Per la Albano, come ha ricordato la presidente di Confindustria moda, Annarita Pilotti, nel suo intervento, c’è anche la questione credito d’imposta: “La soluzione deve arrivare e in fretta. Ci siamo fermati a un passo. Tutti insieme abbiamo la tutela del made in Italy come priorità”.
Se il ‘tavolo di crisi’ sarà convocato, sarà in tempi rapidi: “Tra l’altro qu non parliamo di crisi d’impresa, ma di un comparto, quindi serve una partecipazione più allargata. La richiesta chiave è quella del rinvio dei pagamenti delle rate dei prestiti, ne parleremo, servono le giuste coperture finanziarie”. Anche perché a rischio è l’occupazione e quindi il sistema sociale: “I numeri della richiesta di cassa integrazione sono uno dei segnali sottolineati, non possiamo sottovalutarli”.
GLI IMPRENDITORI
Le richieste quindi finiranno tra pochi giorni sul tavolo della regione convocato da Antonini, che ha in Andrea Putzu, assente mentre c’era al consigliere Marozzi, un riferimento: “Da Pilotti a Fenni, da Castricini a Paoloni hanno tutti dato consigli. Ci siamo fatti capire dagli attori istituzionali, da Regione, Governo e Province sulla reale crisi su cui stiamo piombando e si accentuerà dall’autunno. Tutti segnali negativi. Oggi le aziende sono ancora sane, ma quanto potranno resistere se la crisi non cambia? Due richieste principali e immediate – ricorda Luciani nel sunto finale – ovvero la sospensione dei pagamenti dei mutui per un anno e, come ribadito da Fenni più volte, bandi specifici che tengano conto, a livello di risorse, del fatto che le calzature rappresentano la seconda voce del Pil”.