FERMO – Forse è davvero vicina la riapertura del mondo della moda «Nessuno vuole il fai da te delle Regioni, e seguiremo la strada indicata a livello centrale, ma si faccia presto e bene. I territori hanno bisogno di risposte” sottolinea Luca Ceriscioli parlando con il Corriere della Sera.
CONTROLLI IN AZIENDA
Parole al miele per il settore manifatturiero, dalla moda al mobile, che attende solo l’ok pe riprendere la produzione. Il tutto in massima sicurezza: “I controlli dovranno essere seri e comunque, malgrado l'epidemia, metà delle imprese marchigiane non si è mai fermata (l’Istat dice altro, ndr), perché rientravano nelle catene autorizzate. Gli ispettori hanno ovunque riscontrato il rispetto delle misure di sicurezza. Allora perché non far ripartire anche il manifatturiero che, dalle scarpe all'abbigliamento alle cucine, è il nostro punto di forza” prosegue il presidente che è partito anche con i test sierologici “anche se avrei preferito una indicazione nazionale”.
L'ALLARME DI FEDERMODA MARCHE
La moda ha paura che il domani sarà un incubo se non riprende la produzione. Nelle Marche ci sono 5.715 imprese che occupano 40 mila addetti in attesa. “Quasi un'impresa manifatturiera su tre lavora nei settori del tessile, abbigliamento e calzature, per un fatturato superiore ai 5 miliardi di euro. Fatturato che, per quasi il 70% proviene dalle esportazioni e che rischia un crollo verticale se la produzione non ripartirà” ribadisce Doriana Marini, presidente Federmoda Cna Marche.
In ballo, come ribadiscono spesso i calzaturieri guidati dentro Confindustria da Valentino Fenni, temono per le prossime collezioni autunno inverno 2020 - 2021 e primavera estate 2021. Il rischio è di perdere entrambi gli appuntamenti.
“Non va dimenticato – riprende la Marini – che la moda è stagionale. Se non riapriremo le nostre aziende entro il 20 aprile non avremo i tempi tecnici per consegnare le produzioni autunno inverno che vanno inviate entro luglio in tutto il mondo. Inoltre, non si riuscirà a produrre le collezioni primavera estate 2021 per la vendita di giugno. Senza considerare che, se non trovano le nostre produzioni di filiera, le vanno a cercare in altre parti del mondo. E una volta perso un committente, rischi di non ritrovarlo più”.
NEGOZI E SICUREZZA
Chiaro che per vendere servono i negozi, visto che l’online copre solo il 10% degli acquisti nel settore lusso, a cui si rivolge buona parte della produzione marchigiana: “Siamo pienamente consapevoli della necessità di conciliare la ripresa delle attività economiche con il massimo rispetto delle misure di prevenzione del contagio e siamo già pronti a rispettare rigorosamente le condizioni di sicurezza previste nell'ambito del protocollo sottoscritto tra governo e parti sociali”. Protocollo con il mondo della moda firmato da tutti i vertici confederali (leggi).
r.vit.