MONTEGRANARO – Il titolo dovrebbe essere ‘troppo bella per essere vera’. Ma che sia questo il potenziale della Sutor di coach Cagnazzo? La vittoria nella gara più importante di questa parte di stagione è frutto di un gioco fluido, in cui ognuno ha messo un mattoncino.
Non è mai facile entrare in campo quando sai che se perdi la tua annata è praticamente finita. Invece la Sutor è rimasta concentrata dal primo all’ultimo minuto, sapendo anche reagire al rientro veemente di Civitanova a inizio terzo quarto. Ma il piano partito di Cagnazzo questa volta è stato impeccabile. E i giocatori l’hanno seguito.
Tutto parte dal cervello, se Galipò fa il play, i compagni diventano protagonisti e le paure si superano. Se poi a questo ci si aggiunge che Galipò in trenta minuti aveva già segnato 5 triple, tutto è più facile. Il nuovo arrivato Re ha litigato con il canestro, ma Cagnazzo l’ha tenuto con costanza in campo perché difende e ha portato energia, lotta, tigna, quella che in una sfida salvezza è un ingrediente importante quanto il fare canestro.
Capitan Crespi quando non si deprime per gli appoggi sbagliati, è in assoluto il pivot che con più facilità può chiudere in doppia doppia in campionato. Deve crederci lui, ma soprattutto i compagni che muovendo il pallone possono permettergli di ricevere la palla dove e quando serve.
Aggiungiamo a questo Dario Masciarelli, meno protagonista in attacco ma più utile. Ha forzato meno, ha capito nel giorno per lui più delicato, essendo un ex di Civitanova, che il tabellino non è tutto. Sia chiaro, quando sentiva il profumo del canestro non si è fermato, vedi l’importante tripla del 74-49.
A poco più di sette minuti dalla fine si inizia a giocare una partita nella partita, quella per la differenza canestri. Perché la Sutor all’andata aveva perso di 15. Girare anche quel dato era il sogno segreto, neppure pronunciato da coach e dirigenza, che però diventa realtà. Anche perché Botteghi, per una domenica, si ricorda che sa mettere la palla dentro la retina.
Gli ultimi minuti sono inguardabili, ma nessuno se li ricorderà. A casa gli spettatori e i giocatori si porteranno la lunga sirena finale che sa di salvezza di nuovo possibile (77-53).