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Mille classi con trenta alunni, i sindacati: la scuola delle Marche ha un problema

19 Luglio 2020

FERMO – Stando alle note dei comuni del fermano, le scuole non presentano particolari problematicità in vista della riapertura a settembre, quando ogni metro in più sarà vitale. Ma a livello regionale, secondo i sindacati confederali ci sono almeno 1.100 classi con una media tra i 25 e i 36 alunni. “Alla faccia del Covid e del distanziamento, sono questi i numeri della scuola marchigiana” ribadiscono Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snal Confsal, che hanno rielaborato i dati forniti dall’Ufficio scolastico regionale.

A parlare sono Lilli Gargamelli (Flc Cgil), Anna Bartolini (Cisl Scuola), Claudia Mazzucchelli (Uil Scuola) e Paola Martano (Snals Confsal): “Nessuno sa davvero quante siano le situazioni a rischio in ogni scuola, ossia quanti alunni troveranno posto in classe in sicurezza e quanti spazi aggiuntivi saranno necessari. Non risulta sia mai stata condivisa una mappatura dello stato degli edifici scolastici della regione e del reale fabbisogno aggiuntivo di organico docente ed Ata”.

Entrando nel dettaglio, emergono situazioni preoccupanti: 189 sezioni di scuola dell’infanzia dovranno accogliere in media dai 26 ai 30 alunni, 188 classi della scuola primaria e 123 della scuola secondaria di primo grado da 25 a 30 alunni, 658 classi della secondaria di secondo grado dai 25 ai 36 alunni, e in molte di queste realtà saranno presenti alunni diversamente abili.

“Sembra evidente – proseguono i sindacati - che le risorse ordinarie attribuite per la copertura dei posti del personale non hanno evitato la formazione di classi sovraffollate, che ancor più oggi appaiono inadeguate per affrontare la ripresa dell’anno scolastico con l’emergenza sanitaria in atto. Se non verranno urgentemente prese decisioni coerenti in termini di investimenti per edifici scolastici, trasporti, spazi e organici (avendo ben presente inoltre la situazione dei territori colpiti dal sisma) le misure “fai da te” a costo zero a cui saranno costrette le Istituzioni scolastiche abbandonate a se stesse, rischieranno di essere disomogenee ed inadeguate a garantire il diritto allo studio degli studenti a partire dai più piccoli e dai più fragili”.

Non bastano i banchi monoposto o la riduzione del tempo scuola: “La realtà è che in queste condizioni, il ritorno a scuola per tutti gli studenti avverrà nel caos e nell’incertezza e la responsabilità andrà imputata al colpevole ritardo di chi ha il dovere di prendere delle decisioni”.

Il punto di partenza è l’incremento del personale, docente e Ata, poi il piano educativo: “La scuola si fa a scuola, è questo il messaggio che lanciamo, perché come organizzazioni sindacali vogliamo ribadire che la scuola deve riaprire a settembre in presenza per tutti, ma deve poterlo fare in sicurezza per gli alunni e per i lavoratori. Per questo, al contrario di ciò che fino ad oggi è accaduto, serve un reale ed adeguato coordinamento tra i diversi livelli Istituzionali coinvolti, Ufficio Scolastico Regionale, Regione Marche, Anci, Upi, che supporti in modo efficace e tempestivo le autonomie scolastiche in tutte le operazioni propedeutiche alla ripresa delle attività. Se non si vuole mettere in ginocchio la scuola marchigiana impoverendola e dequalificandola basta chiacchiere servono fatti. E a meno di un mese dall’inizio della scuola il tempo è scaduto”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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