FERMO – Tornare da Milano col sorriso. non accadeva da tempo. Quella serenità data da quello che si ha davanti agli occhi, collezioni di qualità e ordini firmati, e da quello che sarà, la produzione che animerà le aziende del distretto. “Siamo tornati dal Micam con una lunga serie di dati positivi. È giusto sottolinearli, visto che veniamo da una serie di edizioni che definire in chiaro scuro è poco” sottolinea Valentino Fenni, presidente della sezione calzature di Confindustria.
In molti se lo aspettavano perché “il Micam è insieme con Lineapelle la fiera più importante del settore moda. Organizzato da Confindustria, tramite Assocalzaturifici, il Micam ospita anche gli artigiani, perché il made in Italy non ha dimensione” prosegue toccando poi una serie di punti.
PROROGA CREDITO D’IMPOSTA
Il Micam è stato anche l’ulteriore occasione per chiedere alla politica e per confrontarsi tra imprenditori che hanno dettato le loro priorità. Un primo segnale è arrivato dal decreto Aiuti Ter in cui è stato inserito, intanto, lo slittamento di un mese (31 ottobre) per aderire alla sanatoria prevista per chi avrebbe usufruito del credito d’imposta ‘ricerca e sviluppo’. Avere più tempo era la richiesta minima che avevamo avanzato, ora starà al nuovo Governo rimediare a un provvedimento assurdo e retroattivo che va a penalizzare chi ne ha usufruito per realizzare, ad esempio, i campionari degli ultimi cinque anni. Campionari che rappresentano la vera ricerca e il vero sviluppo per il settore moda.
BUYER DA TUTTO IL MONDO
Il primo dato che deve far riflettere è quello dell’affluenza. In primis degli imprenditori, che in fiera hanno portato oltre mille brand, avvicinandosi così agli anni pre pandemici. Come sempre il nostro distretto è stato il più numeroso, con in testa a livello nazionale la città di Montegranaro con 25 aziende. All’interno dei padiglioni della Fiera Milano Rho si sono mossi 35.470 operatori professionali (erano meno di 30mila a marzo), con buyer stranieri da tutto il mondo.
Il Fermano arrivava al Micam forte di un primo semestre chiuso con il segno più e 627 milioni di fatturato. I dati di Assocalzaturifici certificano la crescita del settore che è tornato a vendere in Oriente, con Giappone e Corea che hanno allentato le misure pandemiche diversamente dalla Cina, che resta più instabile ma sempre fondamentale per chi lavora nel comparto lusso. Stati Uniti e Francia sono i due Paesi che mostrano la crescita maggiore, la Germania si conferma al primo posto con 93 milioni di euro di export (erano 100 nel 2019). Inevitabile il calo del mercato russo, anche se in fiera sono tornati negozianti e operatori da Mosca e da Kiev, hanno ripreso a comprare i buyer del Kazakistan e della Bielorussia.
LE INCOGNITE
Il Micam si è confermata la fiera di riferimento. Restano però numerose incognite sul futuro, legate non al prodotto, le collezioni sono piaciute a livello mondiale, ma alla instabilità economica del mercato e al calo del potere di acquisto che potrebbe esplodere dopo l’inverno. Su questo dovrà agire il nuovo Governo attraverso ristori, contributi e sostegno diretto alle imprese, per non farle chiudere, alle famiglie per non fermare la voglia di normalità che ha accompagnato il 2022.
IL RUOLO DELL’ASSOCIAZIONE
Confindustria Fermo in questa fase gioca un ruolo chiave. Abbiamo messo sul tavolo della politica le richieste, alcune presentate da mesi insieme con la Camera di Commercio delle Marche. Siamo al lavoro con banche e Confidi per valutare moratorie e supporti. Stiamo migliorando i servizi a favore degli associati, incluso quello della comunicazione con il nuovo corso ‘via social’ che renderà Confindustria ancora più dinamica.