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Micam, Mipel e Lineapelle sfidano i mercati. "I giovani non vengono a lavorare, ma la moda offre grandi opportunità"

8 Febbraio 2024

di Raffaele Vitali

MONTEGRANARO / MILANO – Scarpe, borse, pelli e accessori: il sistema della moda, che ha nel distretto fermano maceratese uno dei perni, è pronto. Se c’è una cosa buona che ha lasciato il complesso periodo pandemico è stato il motto #strongertogheter che ha compattato le varie associazioni: Assocalzaturifici, Assopellettieri e Unic.

“I nostri settori offrirebbero tante opportunità di lavoro per le nuove generazioni ma occorrerebbero incentivi del governo per la formazione e le assunzioni” ha sottolineato Giovanna Ceolini che ha così riassunto il problema ‘madre’ del sistema, l’assenza di ricambio generazionale.

Poi c’è il mercato, che è il presente, e che le fiere, compatte, intercetteranno dal 18 al 22 febbraio all’interno dei padiglioni di Fiera Milano Rho. Sei fiere che tornano a presentarsi al mercato tutte insieme, con 3.000 brand: Micam, Mipel, The one Milano, Milano Fashion&Jewels, Lineapelle e a settembre Simac Tanning Tech. Tutti uniti dal nuovo claim 'Greatify', un complicato neologismo che unisce l’aggettivo great al suffisso “ify”, usato con nomi e aggettivi per formare verbi che contengono il concetto di “fare” o “divenire”. Anche questa è comunicazione, lontana di certo dai produttori, ma si spera comprensibile dai buyer internazionali.

“Le nuove generazioni non vogliono venire a lavorare in fabbrica e non lo vogliono neppure i loro genitori legati ancora all'idea del camice che puzza di colla - ha aggiunto - Noi stiamo organizzando sistemi per attirarli, e dimostrare quanto di innovativo e tecnologico è stato introdotto”.

Non c’è tempo da perdere, anche nell’affrontare i problemi attuali: “La crisi del canale di Suez «ha dato la botta finale per la fondamentale questione della logica sia per export che per import”. A questo si aggiunge la lentezza della politica: “A settembre il viceministro Leo ci ha promesso il decreto dell'albo dei certificatori di imposta, ma lo stiamo ancora aspettando”.

Tra i macro temi condivisi dalle fiere, in primis la sostenibilità ma anche l'esperienza dei sensi, con il previsto ritorno all'acquisto fisico, e la visione di un futuro positivo. Poi i trend. Tra #Old-money, #Granpacore o #QuietLuxury, dietro questi hashtag ma per tutti è c’è lo stile che si adatta al guardaroba di lei come a quello di lui, caratterizzato dalla fattura, che deve necessariamente essere di qualità, con il taglio giusto e materiali di pregio.

Materiali che saranno esaltati durante Lineapelle, il salone è infatti dedicato alle materie prime e non al prodotto finito, di conseguenza in contro stagione rispetto agli altri. tutti pronti per accogliere i compratori che arriveranno da Italia, Germania, paese molto atteso, Francia, Regno Unito, Grecia e Spagna, ma anche da Corea del Sud, Giappone, Usa e Kazakistan.

 "Ci auguriamo di chiudere il 2023 più o meno in parità rispetto al 2022 con un outlook di una ripresa nella seconda metà del 2024" riprende Claudia Sequi, presidente di Assopellettieri. Che non nasconde le ombre dietro le luci: Il 2023 è stato un anno che è partito molto bene perché avevamo un fatturato in crescita dell'11,7%".

Poi c'è stato un rallentamento. "Quello che noi abbiamo definito una gelata autunnale, un rallentamento a partire dal secondo e dal terzo trimestre che porta a fine dei nove mesi ad un aumento del fatturato del più 2,2% quindi ci siamo erosi quello che era il picco e il sentiment per l'ultimo trimestre non è buono. Un andamento ciclico, che nel mondo della moda non è la prima volta che succede: abbiamo avuto un grande rimbalzo dopo Covid che chiaramente ha portato una crescita double digit che ora ha trovato un suo assestamento - spiega - Sappiamo che il momento non è tra i più felici però il comparto c'è".

Come ha anticipato la Ceolini parlando di Suez, anche per Sequi non mancano i dubbi sul 2024: “C'è una situazione geopolitica complessa, una guerra che abbiamo praticamente alle porte e tra l'altro, per quel che riguarda il nostro settore, Russia e Ucraina erano mercati di sbocco molto importanti. Chiaramente il fatto che ci sia una guerra tra questi due Paesi non aiuta e poi c'è l'indebolimento del rublo che non aiuta".

La presidente di Assopellettieri ricorda poi "il costo del denaro: anche questo avere difficoltà al credito e avere dei tassi di interesse sempre molto impegnativi, anzi in crescita rispetto magari a quelli che uno si aspettava, chiaramente questo non aiuta". A questo si aggiungono i costi della materia prima e dei trasporti: “Il costo dei container dalla Cina è aumentato del 92%, ci sono anche materie che solo esportiamo ma di cui ci approvvigiona dall'estero”.

Eppure, compatte, le presidenti non perdono il sorriso: “Questo settore sa sempre trovare energie e risorse”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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