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Micam, la ricetta di Aldo Bruè. L'ad Grassi: "Sbloccare l'Iran e superbonus per le aziende per diventare autonomi sull'energia"

14 Marzo 2022

di Raffaele Vitali

MILANO/MONTE SAN PIETRANGELI – Un nome che per il mondo calzaturiero significa qualità: Aldo Bruè. A rilanciare lo storico brand di Monte San Pietrangeli l’amministratore delegato Fabrizio Grassi, con un passato nel mondo dell’editoria nazionale. Stand al Micam, ma testa nel mondo. “Inevitabile pensare alla situazione russa, per noi quell’area incide per metà del fatturato. Abbiamo merce pronta, l’estivo che doveva essere solo consegnato, ma chi lo prende?”.

Si era ripreso il mercato russo?

“In grande ascesa. Parliamo di un 30% in più sul periodo Covid. Solo che anche quegli ordini che facevano ben sperare ora diventano carta straccia. C’è un sommarsi di problemi: le banche che bloccano i conti, il rublo svalutato che è arrivato a 144 contro gli 80 del pre guerra. E non è che se si fermano le bombe, cosa che speriamo, riparte subito, ci vorranno anni. Pensiamo all’Italia del post dopoguerra”.

Problema su problema, il caro energia come impatta?

“Le accise decidono il 53% del prezzo del carburante. Forse lo Stato può fare qualcosa? In questo momento guadagna su tutto. È ora che ridia”.

Vuole degli aiuti?

“Non è questione di mance. Ci sono soluzioni molto più pratiche. Una è dare il via a un Superbonus per le aziende. Se ci permettessero di diventare energeticamente autonome, potremmo abbassare di tanto le nostre spese. Noi siamo pronti a investire, nonostante tutto. Non ci serve il contributo per un anno, ma la possibilità di coibentare i capannoni, di mettere i pannelli fotovoltaici. Questo deve fare lo Stato”.

Senza aiuti però…

“Le Marche sono una delle regioni più a rischio in questo momento. La manifattura domina l’economia, questo ci rende unici e fragili. Se sommiamo i problemi della pesca, il danno economico è enorme. E invece dobbiamo rafforzare il sistema, non possiamo essere solo nelle mani dei francesi”.

Ma cosa potrebbe servirvi?

“Di certo la riduzione del costo del lavoro. Poi risorse, ma non ora per domani, deve essere un piano strutturato che dura anni. Qui non si risolvono i problemi che lascerà la guerra in un mese. Ben vegano i contributi per le fiere, ma serve ancora di più”.

Come si aprono nuovi mercati?

“Intanto togliendo inutili restrizioni. C’è un mercato come l’Iran che è ricco e ha voglia di made in Italy. Ma venderci è difficilissimo. Così come l’Iraq, non ci si rende conto che quello è un pezzo di mondo popoloso e facoltoso. Magari c’è chi pensa invece all’India, che non comprerà mai italiano, o al Messico che ha dazi del 200%. Prima del Covid come Aldo Bruè eravamo in 36 Paesi, in ogni continente. Oggi continuiamo a lavorare, ma con volumi ridotti”.

Stati Uniti mercato credibile?

“È un'area molto complessa, vi assicuro che è meglio guardare all’Iraq. Solo che poi ci sono enormi problemi per i pagamenti su cui invece potrebbero esserci aperture da parte dei governi. L’America ha un sistema tutto suo, ci sono poche catene di retail, che in ogni caso cercano un prezzo più basso. Noi abbiamo qualche cliente che lavora con piccoli negozi. E poi serve il brand, mentre il russo è per natura più europeo e apprezza il bello”.

Torniamo al brand. Vecchio tema.

“Le Marche su questo sono penalizzate. Da sempre non son caratterizzate e invece, avendo tutta la filiera produttiva, dovrebbero darsi una linea comune a livello di promozione”.

Momento difficile, ma lei non perde l’ottimismo. Come fa?

“Noi siamo per definizione una categoria resiliente. Ma soprattutto facciamo qualcosa che ci piace, questo ci dà forza. E poi, se resistono gli ucraini di fronte alle bombe, non ci riusciamo noi? Quello che però vorrei far capire al sistema, è che come imprenditore sono pronto a prendermi i miei rischi, a fare il possibile per il bene dell’azienda e dei dipendenti, ma lo Stato deve sopperire a qualcosa su cui non ho colpa: Covid e guerra. Se veniamo aiutati a restare in piedi, noi poi corriamo da soli. Magari in Iran”.

@raffaelevitali

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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