di Raffaele Vitali
MILANO – Gianmarco Tamberi, l’olimpionico marchigiano di salto in alto, star dentro la Fiera di Milano. Ospite del Mipel, è diventato per qualche ora anche il riferimento del Micam. Del resto, a dividere borse e scarpe ci sono pochi metri di corridoio. Tra un selfie e l’altro, inclusa foto e chiacchierata di rito con i vertici, da Siro Badon a Danny D’Alessandro, il campione marchigiano.
Tamberi, cosa può dare lei agli imprenditori della moda?
“Tanta positività. So bene quanto sia difficile il momento, soprattutto quanto abbia pesato la pandemia. La mia vita è un esempio: si cade, ci si ferma e poi dopo essersi rialzati si torna a volare”.
Tamberi, lei arriva dalle Marche, cosa manca alla regione per emergere?
“Devono farsi conoscere. Chi le sceglie poi resta conquistato. È un dato, anche nel mio mondo, una volta viste, tutti tornano. Sono troppo belle. E tra l’altro non è vero che sono solo per famiglie. Ci sono luoghi come Senigallia e Civitanova Marche che sono pieni di locali, di vitalità quindi adatte anche ai giovani”.
Ma lei veste marchigiano?
“Il più possibile. Soprattutto nelle occasioni che mi vedono protagonista fuori regione. Un esempio, la Mostra del cinema di Venezia. Ai piedi avevo un paio di Tod’s”.
Ma lei usa solo sneakers?
“In pista ho scarpe precise, fatte apposta per me, perché quando salti ogni piede ha una sua peculiarità e il feeling deve essere massimo. Quando invece sono libero, le scarpe sportive le uso il pomeriggio, poi mi piacciono quelle eleganti, di cuoio. Che poi sono quelle tipiche della mia regione”.
Insomma, Tamberi, gli imprenditori devono avere fiducia nel futuro?
“Quando parlo sono sicuro che quello che dico possa colpire l’altro. Ancora di più un imprenditore. Perché pensare alle difficoltà che mi hanno accompagnato fino alla gioia, è davvero uno stimolo. Quello che oggi le imprese, in qesto caso degli accessori in pelle e delle scarpe, devono fare è canalizzare le energie su un obiettivo: la rinascita, che non è un auspicio ma una certezza”.
