*I solstizi d'inverno e d'estate sono associati all'uso specifico di piante officinali e spesso il loro utilizzo nella fitoterapia moderna è legato ad antiche tradizioni.
La pianta del solstizio d'estate, da poco trascorso, è sicuramente l'Iperico, che in questo periodo si erge dritto al sole con i suoi fiori gialli ed è il momento in cui la concentrazione dei principi attivi è al massimo. L'Hypericum Perforatum, cresce spontaneamente ed è molto diffuso in terreni incolti e stepposi, ecco perché è molto facile incontrarlo durante le “scampagnate” estive.
Molti sono i nomi popolari attribuiti alla pianta, ma i più comuni sono Erba di San Giovanni e Scacciadiavoli, il primo legato alla fioritura e raccolta dell’iperico in concomitanza con i festeggiamenti di San Giovanni Battista e il secondo legato ad una delle più riconosciute valenze terapeutiche della pianta, quella antidepressiva.
Cenni storici: nel Medioevo la depressione e altre malattie psichiatriche venivano attribuite ad influssi malefici per questo la pianta dell’iperico era l'ingrediente indispensabile nell’armamentario di ogni esorcista che si rispettasse. Il suo aroma è simile a quello dell’incenso e spesso grossi mazzi di iperico venivano bruciati per allontanare dalle abitazioni gli spiriti maligni.
Oggi l’iperico, molto utilizzato e conosciuto, può presentarsi come un valido aiuto nel trattamento di lievi forme depressive e altre problematiche ad esse collegate, come disturbi del sonno, ansia, irritabilità o stanchezza cronica, o semplicemente per migliorare il tono dell'umore. I principi attivi dell’iperico agiscono a livello del sistema nervoso centrale, sembra che la sua azione sia dovuta in particolare alla capacità di aumentare i livelli di serotonina (l'ormone del buonumore) e di melatonina, responsabile di un efficace ritmo sonno veglia.
Ma per trarre benefici dalla pianta è necessario attendere almeno 2 settimane, tempo entro il quale l’iperico può dare un’efficacia al pari dei farmaci più utilizzati nel trattamento della depressione, con il vantaggio, ormai conosciuto nell’eterna partita tra farmaci e rimedi naturali, della tollerabilità, nel rispetto dei limiti delle dosi giornaliere e delle interferenze con alcuni medicinali.
Nella tradizione l'iperico era utilizzato soprattutto per ustioni, eritemi, escoriazioni, piccole ferite, pruriti (anche da psoriasi), cute secca e per prevenire smagliature e rughe e ancora oggi è il rimedio migliore per lenire e cicatrizzare la cute. Se volete autoprodurre il vostro oleolito, questo è il periodo migliore per la raccolta. Riempite per metà, con i fiori freschi di iperico, un barattolo e colmatelo di olio extravergine, quasi fino al bordo.
Chiudete il barattolo ed esponetelo alla luce del sole, avendo cura di agitarlo una volta al giorno. Dopo 20-30 giorni, quando l’olio avrà assunto il caratteristico colore rosso, filtratelo e conservatelo al buio in bottigliette di vetro scuro. Vi sarà molto utile come antisettico e antinfiammatorio, soprattutto se siete soggetti ad eritemi solari, ma attenzione, l'iperico è fotosensibilizzante, quindi sia per uso interno che esterno è bene non assumerlo prima di esporsi al sole.
È sconsigliato in gravidanza e allattamento ed interagisce con anticoagulanti, antidepressivi, farmaci per il cuore e anticoncezionali, per cui è sempre meglio chiedere consiglio al proprio medico o erborista.
*Chiara Fermani, titolare erboristeria Il filo d'erba, Magliano di Tenna, 0734 632567