FERMO – “Lo scopo è ascoltare”. E per riuscirci al meglio, don Vinicio Albanesi ha chiesto a ‘Enrico’, come lo chiama lui, ovvero Mentana, il volto del Tg della 7, di moderare il confronto tra sette candidati. “Noi abbiamo bisogno di coesione, la nostra regione è sconosciuta. Spesso ci confondono con Abruzzo e Umbria. E poi non abbiamo un volto. Abbiamo sanità, industria, turismo, le Università, ma non riusiamo a fare corpo. E poi c’è una frattura tra Marche nord e Marche sud. Il mio augurio è che a prescindere dalla vittoria” ribadisce il monsignore di Capodarco, artefice del confronto tra i candidati insieme con il Centro studi Carducci.
“Quando don Vinicio chiama, io rispondo”, esordisce Mentana. Che inizia con la domanda facile, quella che agli esami è definito l’argomento a piacere, ovvero la presentazione. E più parole vengono dette e più il ‘re’ dei giornalisti resta interdetto ascoltando i candidati tra nova x, no euro, no Covid e via dicendo. Peccato che il lunghissimo dibattito tocchi poche volte il tema ‘Marche’, perdendosi su argomenti nazionali, pià congeniali al direttore del tg di La7
I CANDIDATI
Annarita Iannetti, Movimento 3 V, apre il confronto: “Vaccini vogliamo verità è il significato. Noi siamo contro l’obbligo, perché non va abbinato mai a cura. E poi siamo favorevoli a una moneta marchigiana e contro l’Euro”. Tocca poi a Sabrina Banzato di Vox, il movimento di Diego Fusaro: “Noi siamo contro il regime Covid, contro la riduzione della democrazia”. Palla poi a Roberto Mancini, omonimo del grande calciatore. Così lo presente Mentana: “Noi pensiamo al ‘prendersi cura’, al potere come servizio e accompagno. Noi uniamo la società civile avanzata e il circuito istituzionale, guidati da una sinistra etica”. E poi Maurizio Mangialardi, il Dem: “Siamo in un luogo simbolo dell’inclusione. Rappresento il centrosinistra unito grazie a tanti sindaci della regione che mi hanno voluto. Un progetto che parte dal buono del passato, rilanciandosi verso il futuro in un mondo cambiato prima dalla pandemia e poi dalle scelte europee di sostegno che ci faranno andare avanti. La nostra conoscenza e il radicamento nel territorio renderanno protagonista le Marche non in competizione con Veneto e Puglia, ma con l’Europa”.
E dopo il Dem, ecco Francesco Acquaroli, volto del centrodestra, in pole secondo i sondaggi: “Dobbiamo fermare la fuga dalla regione, rimettendo al centro la capacità del manifatturiero, sostenendolo. Dobbiamo fare sinergia su settori compatibili tra Pmi e imprese maggiori. E poi il nodo della ricostruzione, con una fetta della regione ferita. Eravamo un modello di riferimento, ma servono meno assistenzialismo e più opportunità”. E i 5 Stelle? Ecco Mercorelli: “Ci presentiamo da soli perché non cediamo alle lusinghe. Noi garantiamo mani libere e la possibilità di scegliere i migliori, per un re-inizio che racchiudiamo nel motto ‘ricominciamo’. Chiaro che il Recovery Fund è una opportunità, ma come lo usiamo? Spesso quando arrivano fiumi di denaro, si inizia di tutto e non si completa, mancando una pianificazione. La Regione va riprogrammata”.
Infine, il giro si chiude con la Lista comunista di Pasquinelli che promuove il reddito di cittadinanza: “La ricchezza è sempre più concentrata in poche mani e la povertà cresce. noi crediamo che non ci sia stata una differenza tra centrodestra e centrosinistra. È ingiusto costringere i lavoratori a scegliere da quale parte politica essere vessati. Noi parliamo agli operai, alla partite iva, agli agricoltori, ai piccoli imprenditori. Per noi serve una logica di integrazione dello stipendio, con una simultanea riduzione del lavoro”.
TRATTATIVE E CENE
Mentana è stato colpito dalle liste minori. Ma la prima domanda ‘vera’ è per Mangialardi sulla trattativa fallita con i grillini: “Non ho offerto nulla, il Nazionale aveva aperto alla possibilità, ma non c’è stato seguito. Qui gli onesti stanno ovunque”. Non è bastato il placet di Conte, come ribadisce Mentana, di replicare il governo nazionale nelle Marche: “Due mesi prima del deposito delle liste la discussione era stata aperta, ma Mangialardi è stato blindato”.
E alle 18 arriva il momento della ‘cena fascista’ ad Acquasanta, su cui lo stesso direttore di Open fu molto duro. “Le Marche hanno conosciuto diversi fenomeni di ritorno all’ammirazione per i modi forti, il caso Traini è emblematico e l'ha subito anche don Vinicio, come sarebbero le sue Marche rispetto a questi problemi?” chiede Mentana ad Acquaroli. “Faccio il Parlamentare, ho fatto il sindaco e il consigliere regionale. Sfido chiunque a trovare un elemento minimo che possa mettere il dubbio sul fatto che io sia rispettoso della storia. Nessuno ha nostalgia di nulla, il passato appartiene al passato. Io stigmatizzerei ogni evento”.
MES
E arriva il momento delle infrastrutture. Quale la prima da fare? chiede Mentana. Mercorelli punta “sulla riorganizzazione della sanità in un sistema vallivo”. Per Acquaroli è l’alta velocità sulla dorsale adriatica e poi la Orte – Roma. Per Mangialardi l’A14 e poi la Salaria e la Fano - Grosseto. Chiaro che poi tutti sognino la fibra. Scontro tra i due big sull’Europa e i fondi in arrivo. Mangialardi li rivendica come centrosinistra, Acquaroli ribadisce di aver votato lo scostamento di bilancio e il fatto che si sia lottato per gli Eurobond. “Poi c’è il Mes e io sono contrario per le regole che lo caratterizzano”. E contro è anche Mercorelli e così tutti gli altri tranne Mangialardi. Mancini riporta la discussione sulle Marche: “Siamo in una condizione di abbandono, qui non c’è alcun Leonardo da Vinci” aggiungendo che “il vero pericolo è la sfiducia radicale delle persone: ricostruiamo la fiducia democratica”.
LA SANITA’
Ma le Marche sono messe così male? Si chiede Mentana. In particolare nella sanità, dove chiede le ricette alle tre forze principali. Mercorelli: “Sanità rigorosamente pubblica” e cita Israele e la sanità dento casa con le autodiagnosi. Acquaroli: “Serve un confronto serrato sui territori, per programmare un modello di sviluppo differente, ridando un ruolo ai sindaci e ai medici di famiglia. Dobbiamo evitare lo spopolamento interno, dando i servizi essenziali”. Mangialardi, tra continuità e distacco: “Il Covid è stato lo stress test. Ha ribadito che serve più medicina del territorio, andando oltre gli ospedali. La prima Usca è nata nelle Marche. ma sia chiaro che gli ospedali nuovi servono, partiamo da Fermo, Amandola e arriveremo a Pesaro e Ascoli Piceno”.
E infine, per i ‘piccoli’ la domanda sul vaccino anti Covid: contraria la 3V, “mai a favore dell’obbligatorietà”, contraria Vox, “che prima vuole conoscere”, Dipende da Noi, “democratizziamo la sanità e togliamo il condizionamento politico dai primariati, sui vaccini in alcuni casi obbligatori sul Covid non saprei”.
L’APPELLO
E come in tutti i cliché, l’appello finale chiesto da Mentana. Pasquinelli: “Votatemi perché noi possiamo riportare in campo nelle Marche il punto di vista dei lavoratori e dei produttori, chi produce la ricchezza del paese e non vede un ritorno in servizi e opportunità”. Mercorelli: “Siamo gli unici ad avere le mani libere, quelli che non ripresentano sempre gli stessi. Non siamo ruffiani, noi rinnoviamo con il fare”. Acquaroli: “C’è un sistema di potere che ha bisogno di una alternativa che sappia sburocratizzare e dare le risposte che i cittaidni aspettano da decenni. Non è solo l’elenco di cose, ma una ricostruzione sistemica”. Mangialardi: “Non siamo una regione del terzo mondo, serve solo uno scatto in avanti. E questo lo fanno le persone capaci che sanno leggere l’energia imprenditoriale della regione, che sanno valorizzare quattro università, che sanno usare al meglio le risorse in arrivo. Abbiamo le condizioni per diventare sempre più competitivi, facendo tesoro dei progetti avviati e bloccando il consumo del suolo per lasciare la bellezza intatta”. Mancini: “Né indifferenza, né delega: chi mi vota sappia che sarà coinvolto. Partecipazione, ascolto e rispetto etico è il metodo con cui lavorerà Dipende da noi”. Banzato: “Siamo nuovi, siamo contro il neoliberismo, contro i risultati di oggi. Combattiamo la corruzione e lottiamo per essere liberi di conoscere e scegliere”. Iannelli: “Per noi le Marche sono l’inizio del cambiamento. Noi interpretiamo la vita in modo diverso, siamo ricercatori e scienziati che già nella loro vita hanno cambiato, scegliendo una vita in cui il contatto con la natura è diretto”.
Chissà cosa resterà in Mentana dopo queste due infinte ore. Di certo tutti, ma proprio tutti, hanno perso l’occasione di chiedere al direttore della testata televisiva nazionale che fa più programmi di informazione di parlare ogni tanto delle Marche, ricordandosi che esistono, che non sono solo cronaca nera ma anche bellezza, economia e perfino buon cibo.
Raffaele Vitali