di Raffaele Vitali
FERMO – Non deve stupire la scelta di andare in pensione del direttore Gilberto Gentili che fino a mezzanotte guida ufficialmente l’Ast di Fermo.
Quasi il 70% dei medici delle Marche pensa alla pensione anticipata, mentre il 35% dei non pensionabili vorrebbe lasciare il servizio pubblico e il 21% vuole cambiare mestiere. Chiaramente c’è la grande maggioranza che crede invece nel sistema sanitario nazionale come baluardo del diritto alla salute, che mette le ragioni assistenziali davanti a quelle economiche.
Più straordinari meglio retribuiti non sono per i medici marchigiani la soluzione per le liste di attesa, che per il 57% si affronta riducendo l'inappropriatezza delle prescrizioni. A sondare l'umore dei medici marchigiani, sempre più tentati di dire addio al servizio pubblico, è la survey condotta da Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri, su un campione rappresentativo di camici bianchi.
Anche chi non è in età di pensione nel 35% dei casi sta pensando di lasciare il servizio pubblico. Il 14% per andare nel privato, e un preoccupante 21% pensa di cambiare del tutto attività. Uno scoramento che trova conferma nel 15% dei medici che alle condizioni attuali tornando indietro nel tempo non sceglierebbe più di fare il medico.
L'indagine punta poi ad analizzare le criticità nei reperti di medicina interna, che in media assorbono circa il 50% di tutti i ricoveri ospedalieri. Per il 50% il problema numero uno resta la carenza di personale medico e infermieristico, soprattutto se rapportato alla intensità di cura medio-alta dei reparti di medicina interna, ancora classificati come reparti a bassa intensità. E poi c’è la scarsa valorizzazione del medico di medicina interna nell'organizzazione del lavoro ospedaliero è segnalata dal 43% degli internisti.
La carenza di posti letto in rapporto alla medio/alta intensità di cura dei reparti è indicata solo dal 3%. Plebiscito sull'utilizzo degli specializzandi a copertura dei vuoti in pianta organica, ma servono tutor e sburocratizzazione.
Tutte sfide per il nuovo direttore Roberto Grinta, il mandato inizia domani. Nuovo, ma già visto e testato e per questo avvantaggiato. A lui il compito di fare dell’Ast di Fermo, l’unica che avrà presto (tra 2025 e 2027) due nuovi ospedali che potrebbero diventare, come ha detto salutando il sistema Gentili, il vero accentratore di eccellenze mediche e infermieristiche.