di Francesca Pasquali
FERMO - Gaia Mongardini è una studentessa del Liceo classico “Caro”. Il 22 giugno, assieme al resto dei maturandi d'Italia, affronterà la prima prova: lo scritto di italiano. Che torna, dopo due anni di assenza, assieme al secondo scritto, quello di indirizzo.
Stamattina era in piazza del Popolo a guidare la manifestazione contro la maturità 2022 che, appunto, reintroduce le prove scritte e cancella la tesina dall'orale. Mobilitazioni del genere, oggi, si sono tenute in tutta Italia, organizzate dalla Rete degli studenti medi. Nelle Marche, oltre a Fermo, anche ad Ancona e a San Benedetto.
Perché questa manifestazione?
«Perché è impensabile, a cinque mesi dall'esame di Stato e dopo due anni di pandemia, fare un maturità con un metodo tradizionale».
Cosa chiedete?
«Non tanto l'eliminazione del primo scritto, quanto del secondo, dato che la maggior parte di noi non ha potuto fare verifiche in presenza.Io frequento il Liceo classico e, per due anni, non ho fatto versioni. La maggior parte degli studenti ha avuto difficoltà anche per l'introduzione dell'obbligo vaccinale, perché diversi professori sono stati sospesi o si sono messi in malattia»
.Che dicono i prof. della nuova maturità?
«Per la maggior parte sono d'accordo perché credono che sia un ostacolo che ci permetterà una crescita personale e che ci introdurrà meglio al mondo universitario. Ma un esame preparato da una commissione interna non credo ci prepari in maniera adeguata. Senza contare che non ci siamo esercitati abbastanza».
Come avrebbe dovuto essere, invece, secondo voi?
«Più concentrato sulle singolarità e sulle individualità dello studente. La tesina, ad esempio, ci avrebbe permesso di personalizzarlo e di mettere una parte di noi. Invece, è stata tolta. Speravano ci ascoltassero di più e prendessero in considerazione i nostri anni precedenti».
Come avete vissuto gli ultimi due anni?
«Senza un punto di incontro con la realtà a noi circostante.L'alternanza scuola-lavoro la maggior parte di noi l'ha fatta in dad.Non ci siamo confrontati con il mondo del lavoro, soprattutto gli studenti degli istituti tecnici».
Che rispondete a chi dice che protestate per pigrizia?
«Che le nostre richieste derivano dal fatto che, ancora una volta,sono state prese decisioni che ci riguardano senza considerarci. Un fallimento per la politica, perché un Paese che non ascolta i giovani è un Paese senza futuro».