FERMO – La voglia di lavorare è tanta. E così, in molti provano a convertire l’azienda per produrre mascherine. Ne servono milioni in Italia e nelle marche si sta pensando a una specie di produzione autarchica in modo da garantire il sistema. Tra chi ci prova ci sono gli artigiani fermani: 70 quelli che hanno presentato domanda. “Ma attenzione – precisano Paolo Silenzi, presidente della Cna di Fermo, e il direttore Alessandro Migliore – perché bisogna mettere in conto il costo inziale, circa 4mila euro solo per le certificazioni”.
A questi soldi vanno aggiunte le spese vive di produzione “come l’approvvigionamento del materiale, l’acquisto di macchinari, il pagamento dei lavoratori per la produzione”. Ma in tanti ci vogliono provare lo stesso: calzaturieri, pelletterie, maglifici, tappezzerie.
Poi c’è chi lo fa a prescindere per aiutare il personale sanitario, come Carlo Forti, una delle colonne di Confindustria Centro Adriatico, che ha avviato una produzione di calzari, fondamentali per chi lavora nel reparto di terapia intensiva. “Servivano, ce l’hanno chiesto ed eccoci al lavoro. In pochi, ma efficienti” commenta l’imprenditore che normalmente produce cappelli di alta qualità a Monte Vidon Corrado.