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Mascherine, la guerra continua. La Cna: "Chi parla di 0,50 non sa cosa significhi produrre in Italia"

7 Maggio 2020

FERMO – Non c’è pace per le mascherine. “Non fossero bastati gli annunci del commissario Arcuri a creare confusione e mettere in cattiva luce l’attività delle aziende che hanno riconvertito la produzione, sulle mascherine adesso c’è chi addirittura rilancia, abbassando il prezzo a 0,30 centesimi” tuonano Alessandro Migliore e Paolo Silenzi, direttor e presidente della Cna di Fermo.

Che difendono le imprese che hanno riconvertito la produzione, scegliendo di far lavorare i dipendenti piuttosto che metterli i cassa integrazione, superando ogni controllo e certificazione: “Deve essere chiaro: le mascherine che si acquistano a 0,30 o 0,50 centesimi, oltre iva, sono prodotti monouso, che possono essere indossati al massimo per quattro ore e poi vanno gettati”.

Tra l’altro, ribadisce Migliore, come non se non bastasse il caos prezzo, c’è quello dell’Iva: “Conte ha annunciato un abbattimento totale dell’iva sulle mascherine, annuncio a cui ancora, a differenza del prezzo imposto da subito, non è seguito nulla” ribadisce Migliore.

“Purtroppo lo Stato ha dato prova di non conoscere i costi di cui si fanno carico gli artigiani e di non saper tutelare il meglio del made in Italy che, lo ricordiamo, ha una tassazione altissima. Altro che liberisti da divano, noi abbiamo il dovere di continuare a tutelare l'artigianato e gli associati che si sono riconvertiti. E’ mai possibile che in Italia il costo del lavoro debba essere giustificato solo per pagare le tasse?” concludono Silenzi e Migliore.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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