FERMO - Oggi 21 novembre alle ore 10.00, presso la Cattedrale di Santa Maria Assunta di Fermo si è tenuta la Celebrazione Eucaristica in onore della Patrona dell’Arma dei Carabinieri, “Maria Virgo Fidelis”, e dell’”83° Anniversario della Battaglia di Culqualber” nonché della “Giornata dell’Orfano”.
La Santa Messa è stata celebrata da Don Giordano Trapasso, Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Fermo il quale nella sua omelia ha commentato il Vangelo di oggi (Mt 12,46-50) invitando a riflette sulle due dimensioni di relazionalità che orbitano attorno a Gesù Cristo: la vera familiarità non si misura solo con legami di sangue, ma con la condivisione della missione, uniti sotto l'idea di essere “figli” e testimoni dell'amore, creando una comunità intima e generativa che trascenda le tradizionali definizioni di affetto e appartenenza. In tal senso si inserisce l’importante missione di fede e servizio dell’Arma dei Carabinieri, votata al prossimo e caratterizzata da una visione profondamente cristiana, l’unica a renderci fratelli come richiamato nella lettura del racconto dell’apostolo Matteo.
Il titolo Virgo Fidelis esprime il significato della vita di Maria e della sua missione di madre e di corredentrice del genere umano affidatale da Dio. Nell’Arma il culto alla Virgo Fidelis iniziò subito dopo l’ultimo conflitto mondiale per iniziativa di Monsignor Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, ordinario militare d'Italia, e di padre Apolloni S.J., cappellano militare capo.
Lo stesso Comandante Generale prese a cuore l’iniziativa e bandì un concorso artistico per un’opera che raffigurasse la Vergine, patrona dei Carabinieri. Lo scultore architetto Giuliano Leonardi rappresentò la Vergine in atteggiamento raccolto mentre, alla luce di una lampada, legge in un libro le parole profetiche dell’Apocalisse: sii fedele sino alla morte.
La scelta della Madonna Virgo Fidelis come celeste patrona dell’Arma è indubbiamente ispirata alla fedeltà che, propria di ogni soldato che serve la patria, è caratteristica dell’Arma dei Carabinieri che ha per motto: nei secoli fedele.
L’8 dicembre 1949, sua santità Pio XII accogliendo l'istanza di monsignor Carlo Alberto di Cavallerleone, proclamava ufficialmente Maria Virgo Fidelis patrona dei Carabinieri, fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza della presentazione di Maria Vergine al Tempio e della ricorrenza della battaglia di Culqualber, combattuta in Abissinia (l'attuale Etiopia) dal 6 agosto al 21 novembre 1941 fra italiani e britannici: i Carabinieri non abbandonarono le loro posizioni fino a quando furono sopraffatti. Si immolarono quasi tutti. Fu una delle ultime cruenti battaglie nell’Africa Orientale Italiana.
Un episodio che non pochi hanno accostato all’impresa delle Termopili.
Il grande sacrificio di sangue valse la Medaglia d’oro al Valor Militare alla Bandiera dell’Arma dei Carabinieri per il 1° Gruppo Carabinieri in A. O. con la seguente motivazione: “Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato saldamente a difesa l’impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore le violente aggressività di preponderanti agguerrite forze che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell’intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per ultima volta in terra di Africa, la vittoria delle nostre armi. Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa impari lotta a corpo a corpo nella quale comandante e carabinieri fusi in un solo eroico blocco, simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita, perpetuando le gloriose tradizioni dell’Arma”.
Come di consueto erano presenti le massime cariche civili e tutti i rappresentanti delle diverse FF.AA. e di Polizia, i soci dell'Associazione Nazionale Carabinieri ed una rappresentanza della Croce Rossa italiana. Presenti altresì i famigliari dei carabinieri caduti tra i quali Maria e Mario Tegazi (fratelli del Carabiniere Graziano Tegazi deceduto nel 1969) Elisabetta Vespini e Nicola Seri (vedova e figlio del Maresciallo Federico Seri, deceduto nel 2003).