FERMO – Se non cambieranno i parametri, “da lunedì 24 gennaio o da quello seguente la regione Marche diventerà arancione” spiega il presidente Francesco Acquaroli. “I numeri attuali lasciano un margine ristretto, soprattutto per quello che riguarda la saturazione dei posti letto in area medica, che ha superato di poco il 29%, avvicinandosi sempre di più alla soglia del 30%. Ci vorrebbe un'inversione di tendenza improvvisa nelle positività o nelle ospedalizzazioni, ma è difficile che accada in così poco tempo”.
MARCHE, VACCINI A RILENTO
I numeri li riassume la fondazione Gimbe: “Nelle Marche è stata registrata nella settimana 12-18 gennaio una performance in peggioramento per i casi attualmente positivi per 100mila abitanti (1.188) e si evidenzia un aumento dei nuovi casi (121,3%) rispetto alla settimana precedente. Sopra soglia di saturazione i posti letto in area medica (28,5%) e in terapia intensiva (23%) occupati da pazienti Covid-19”.
La popolazione marchigiana che ha completato il ciclo vaccinale è pari 78,1% (media Italia 79,6%), a cui aggiungere un ulteriore 2,9% (media Italia 4,1%) solo con prima dose. Il tasso di copertura vaccinale con terza dose è del 70,5% (media Italia 70,8%). La popolazione da 5 a 11 anni che ha completato il ciclo vaccinale è pari 3,2% (media Italia 5,2%) a cui aggiungere un ulteriore 10,2% (media Italia 19,9%) solo con prima dose. La provincia di Ascoli Piceno apre l'elenco dei nuovi casi per 100mila abitanti dell'ultima settimana, con 1.996, seguita da Ancona con 1.903, Pesaro Urbino con 1.880, Fermo con 1.792, Macerata con 1.632.
I DUBBI DI ACQUAROLI
“Abbiamo una sola possiblità per no diventare arancioni: cambiare i parametri, partendo da quello dei ricoveri su cui sta ragionando un tavolo tra Ministero della Salute e Regioni”. Amemtte che il tracciamento non funziona, ma su questo ha una sua teoria: “Ho sempre detto che il super Green pass non avrebbe prodotto un effetto calmierante rispetto alla curva epidemiologica, che si sarebbe arrivati comunque a restrizioni di questo genere. Confidiamo sul fatto che sia l'ultimo passaggio che ci apprestiamo a fare e che non ce ne siano altri”.
I NUMERI DEI CONTAGI
Il contagio gira soprattutto nelle fasce di età 25-44 anni con 1.593 casi e 45-59 con 1.302. Ma sono ormai sempre più i giovani coinvolti: 1.787 i casi nelle fasce di età da zero a 18 anni, di cui 614 tra i 14-18enni e 544 tra i bambini di 6-10 anni. I ricoveri continuano ad aumentare, anche se ad un ritmo più lento dei contagi, arrivando a 349 (+2). Scendono i pazienti nelle Terapie intensive (55; -4) che vedono la percentuale di saturazione abbassarsi al 21,5% (su un totale 256 posti).
A livello nazionale, il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe (fonte Dire) rileva nella settimana 12-18 gennaio 2022, rispetto alla precedente, una stabilizzazione del numero di nuovi casi (1.243.789 vs 1.207.689, pari a +3%) e un aumento dei decessi (2.266 vs 1.514, pari a +49,7%, di cui 158 riferiti a periodi precedenti). Crescono anche i casi attualmente positivi (2.562.156 vs 2.134.139, +428.017, pari a +20,1%), le persone in isolamento domiciliare (2.540.993 vs 2.115.395, +425.598, pari a +20,1%), i ricoveri con sintomi (19.448 vs 17.067, +2.381, pari a +14%) e, in misura minore, le terapie intensive (1.715 vs 1.677, +38, pari a +2,3%).
RICOVERI ALTI
La responsabile ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe, Renata Gili, ribadisce che “resta alta la pressione sugli ospedali in cui i posti letto occupati da pazienti Covid continuano ad aumentare, seppur più lentamente: rispetto alla settimana precedente +14% in area medica e +2,3% in terapia intensiva. Al 18 gennaio, il tasso di occupazione nazionale da parte di pazienti Covid è del 29,8% in area medica e del 17,8% in area critica”.
Per quanto riguarda i vaccini, al 19 gennaio (aggiornamento ore 06.15) risultano consegnate 121.302.328 dosi, di cui 3.114.000 dosi di vaccino Pfizer pediatrico. ISul fronte delle somministrazioni, al 19 gennaio (aggiornamento ore 06.15) l'83,7% della popolazione (n. 49.588.638) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+530.043 rispetto alla settimana precedente) e il 79,6% (n. 47.157.874) ha completato il ciclo vaccinale (+345.024 rispetto alla settimana precedente).
DOSI PER ETA’
Prendendo in esame le coperture, quelle con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d'età (dal 98,4% degli over 80 al 25,1% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto il 80,8%, nella fascia 70-79 il 76% e in quella 60-69 anni il 69,1%. Nella settimana 12-18 gennaio si registra un lieve aumento dei nuovi vaccinati, che sono 510.742 rispetto ai 496.969 della settimana precedente (+2,8%).
Di questi, quasi la metà è rappresentata dalla fascia 5-11, che resta sostanzialmente stabile (n. 240.920; -3,2%), mentre la recente introduzione dell'obbligo vaccinale per gli over 50 inizia a mostrare i primi effetti, visto che in questa fascia anagrafica i nuovi vaccinati sono 128.966 (+28,1% rispetto alla settimana precedente). Al 19 gennaio nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 994.610 dosi: 920.290 hanno ricevuto almeno 1 dose di vaccino (di cui 189.137 hanno completato il ciclo vaccinale), con un tasso di copertura nazionale che si attesta al 25,1% con nette differenze regionali (dal 13,4% delle Marche al 42,8% della Puglia).
Nella conferenza stampa del 18 gennaio, la European medicines agency (Ema) ha chiarito che, al momento attuale, non ci sono evidenze scientifiche a supporto della somministrazione di una quarta dose di vaccino anti Covid-19 nella popolazione generale. Qualora in futuro i dati dimostrino la necessità di un richiamo annuale, questo potrà essere somministrato all'inizio della stagione invernale, come per il vaccino antinfluenzale.
EFFICACIA VACCINI
I dati dell'Istituto superiore di sanità dimostrano la riduzione dell'efficacia vaccinale a partire da 3 mesi dal completamento del ciclo primario e la sua risalita dopo la somministrazione del richiamo. In particolare: l'efficacia sulla diagnosi scende progressivamente dal 70,7% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 34% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 68,8% dopo il richiamo; l'efficacia sulla malattia severa scende progressivamente dal 95,4% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni all'88,9% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi risalire al 97,8% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d'età si riduce l'incidenza di diagnosi (del 27-77%), ma soprattutto di malattia grave (dell'81,8-93,1% per ricoveri ordinari; del 92,7-96,9% per le terapie intensive) e decesso (dell'82,8-93%).
@raffaelevitali