FERMO – La terra non tradisce e infatti cresce l’occupazione nelle campagne marchigiane. Manodopera principalmente italiana a causa delle difficoltà di reperire stagionali dall’estero.
In vista delle raccolte di frutta e verdura e con la situazione sanitaria ancora in emergenza, la previsione è una conferma di questo trend. Nel 2020, secondo una rielaborazione di Coldiretti Marche su dati Istat, i posti di lavoro sono aumentati di 4mila unità raggiungendo quota 21mila. In crescita anche l’occupazione femminile (oltre un terzo del totale, +20% rispetto al 2019).
A differenza di altri settori, quello agricolo della nostra regione, registrava già un aumento di occupazione italiana (+0,9%) e la diminuzione di quella straniera (-1,7%). Per quanto riguarda questi ultimi a fine 2019, erano circa 6700, uno su sei comunitario (la maggior parte, circa 830, dalla Romania). Tra gli extracomunitari le nazioni più rappresentate sono Albania, India, Pakistan, Marocco, Tunisia, Senegal e Ghana. Il loro impiego si concentra tra luglio e dicembre e riguarda la raccolta di ortaggi, frutta, olivo e uva.
“Stiamo registrando da tempo un crescente interesse degli italiani di tutte le generazioni per il lavoro nelle campagne. Ciò è dovuto sia a una rinnovata ricerca di contatto con i contesti naturali, sia perché parliamo di un settore trainante della nostra economia. Questo processo si è ulteriormente accelerato con coloro che, lavorando in altri settori, causa Covid, hanno incontrato crescenti difficoltà” spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche.
La Gardoni, però, chiede anche attenzione: “La volontà di lavorare si scontra con la mancanza di formazione necessaria. Serve, dunque, un piano per la formazione professionale accompagnato da misure di semplificazione che deve riguardare anche il voucher “agricolo” destinato ai soli percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani per sostenere le famiglie attraverso occasioni di impiego”.