Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Marche, la fotografia della Banca d’Italia fa male: meno utili, investimenti e credito. Potenziare le filiere, moda e mobile in primis VIDEO

19 Giugno 2024

di Raffaele Vitali

ANCONA – “Nel 2023 c’è stata una crescita dell’attività economica, più bassa di quella registrata in Italia” esordisce Alfredo Bardozzetti, responsabile divisione analisi e ricerca economica di Banca d’Italia Marche. quest’anno chiedergli di far sognare i marchigiani è praticamente impossibile. I dati economici, di ogni livelllo, non lasciano particolari speranze per il 2024. Poi, si vedrà.

Aumentano gli indicatori nel rapporto della Banca d’Italia “che colmano alcune mancanze, a cominciare da quella dei tempi di analisi dei dati”. Più fonti, più numeri, più statistiche appropriate utili a politica e sistema economico.

Un nuovo indicatore è il ‘regio coin’ che studia l’economia nelle componenti di fondo: “Sulla fine dello scorso anno è diventato negativo, ora è in stasi. Il fatturato dell’industria è calato del 5%. Nel 2023 è stato compensato dagli investimenti delle aziende più grandi, ottimismo che non c’è nel 2024” precisa Bardozzetti che parla anche di “callo della domanda, interna ed estera che impatta sull’economia di una regione produttiva che deve affrontare anche il problema degli stipendi che sono più bassi di altre parti d’Italia”.

Come affrontare una situazione così complessa? Per le Marche c’è una ricetta specifica. “Principalmente aumentando il numero dei fornitori e le scorte di magazzino. Questo significa un riadattarsi della filiera di produzione e fornitura, anche per fronteggiare l’instabilità internazionale legata alle guerre. Tema cardine per le Marche, viso che molte imprese locali lavorano per altre imprese, elemento che le rende futuribili”.

In particolare moda, ma anche mobile. “Il riassetto della filiera della produzione e dei fornitori non è rinviabile. È questo  il momento di credere nel reshoring. Questo territorio sa attrarre, ma ha ancora la capacità produttiva? Le attività a valore aggiunto dimostrano che le Marche hanno carte da giocarsi, visti i numerosi insediamenti di marchi prestigiosi” ribadisce l’analista.

Inevitabile un passaggio sul settore delle costruzioni che ha visto una lunga fase espansiva “e oggi rallenta. Ma è fisiologico” chiarisce Bardozzetti. “Il volume di attività nel 2023 è stato maggiore, ma quale è la robustezza? È ridotta. I bonus fiscali sono simili ovunque, poi c’è la componente specifica delle Marche, la ricostruzione che va avanti, e cominciano a vedersi i cantieri collegati al Pnrr: questa è la parte di crescita. Da vedere come reagirà il sistema ai cambiamenti dei bonus”.

Due ultime voci vengono toccate prima di parlare del credito. Una è quella dell’occupazione: “Cresce, ma molto poco. Crescono i contratti a tempo indeterminato tra i privati, ma cala la popolazione in età da lavoro e questa è una delle cause per cui molte imprese hanno difficoltà a reperire manodopera”. La seconda è la voce ‘bilancio in utile o in pari’: “Il quadro è stabile, buon segno anche se quelle in utile non crescono”.

Infine, mondo più bancario, quello del credito, dei prestiti studiato da Sabrina Ferretti. “A livello di reddito, le famiglie sono state erose dall’inflazione, per cui a fronte di un aumento del 4.5%, in realtà hanno perso potere dello 0’7% perché l’inflazione non on è stata compensata. Dato peggiore al resto di Italia”.

I prestiti nel 2023 si sono ridotti in maniera accentuata, -6,5% (in Italia -4%) che haa colpito in particolare le piccole imprese e soprattutto tra manifattura e ricostruzioni. “Diminuiti anche i presiti alle famiglie, si sono ridotti i mutui, con la domanda frenata dai tassi di interesse” precisa l’analista. A livello di imprese il calo non è un fenomeno nuovo, è in atto dalla fine del 2022 e si è accentuato nel 2023.

I fattori sono diversi: “Le imprese mostrano un fabbisogno finanziario più basso perché investono meno. E soprattutto c’è minore convenienza a rinnovare il debito in scadenza essendo cresciuti i tassi di interesse. Resta il livello di liquidità, per cui si preferisce usare i fondi propri. Questo spiega anche il non aumento dei crediti deteriorati”. Ma, perché c’è sempre un ma in Bardozzetti, “aumenta il ritardo dei pagamenti tra le imprese”.

Prospettive per il 2024? Il responsabile della ricerca è tranchant: “Non si  vede un rilancio economico, ma va vinta la sfida della produttività e della sostenibilità. Vanno messi al centro dell’attenzione, e quindi degli investimenti, le innovazioni”. Se queto avverrà, parola di Banca d’Italia, gli istituti di credito faranno la loro parte come garantito ai rappresentati di categoria, politici e direttori di banca incontri dopo la presentazione.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram