“La nostra regione – spiega Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Marche –ha sofferto le crisi cicliche in maniera progressivamente più intensa rispetto alle altre regioni. Il recupero del prodotto perso negli anni è ancora lontano e rispetto al 2007, nel 2018 il PIL delle Marche è ancora inferiore del 7%, mentre quello dell’Italia è del 4,3%. Ma non solo: alcuni settori portanti della economia marchigiana presentavano prima della emergenza COVID, segnali di fragilità e di tenuta sul mercato interno ed internazionale: la situazione di emergenza rischia di compromettere definitivamente la loro presenza sul mercato, pregiudicando intere filiere e aree regionali”.
Di fronte a questo quadro, ecco il decreto Agosto “che al pari dei precedenti, stando alle informazioni disponibili, sembra presentare una eccessiva frammentazione delle misure, con l’assoluta prevalenza di misure “assistenziali” su quelle strutturali”.
Schiavoni è stato stimolato dagli imprenditori che rappresenta: “Tra i settori uno dei più colpiti risulta essere quello del comparto calzaturiero, settore già afflitto da anni di crisi interna e internazionale e che presenta dei dati tali da configurare i territori delle province di Fermo e Macerata come area di crisi per il settore". Una differenziazione rispetto alle regioni del Mezzogiorno potrebbe aggravare la crisi del settore e aumentare ulteriormente il differenziale negativo di competitività delle nostre imprese e del nostro territorio.
"Aggiungo anche che le aree colpite dal sisma rischiano di vedere ulteriormente compromessa la loro capacità di rilancio grazie alla crescita e sviluppo delle imprese ivi insediate, per cui – conclude - è necessario potenziare gli interventi a loro rivolti”. Il che significa “estendere alcune agevolazioni disposte nel DL per le regioni svantaggiate anche alle aree in crisi delle Marche e alle aree del cratere sismico”.
redazione@laprovinciadifermo.com