di Raffaele Vitali
FERMO – Artefici del nostro destino. Lo sanno bene il presidente della regione, Francesco Acquaroli, e l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. E infatti, prima dei botti di fine anno, tra un coprifuoco e una lenticchia, mandano un messaggio chiaro ai marchigiani: “Appena disponibile, mi vaccinerò. Intanto, se non stiamo attenti, rischiamo di non tornare gialli il 7 gennaio”.
Il motivo è semplice: l'epidemia Covid in Italia si mantiene “grave ancora a causa di un impatto elevato sui servizi assistenziali e per l’indice RT che ‘preoccupa’ l’Iss. Tre Regioni (Veneto, Liguria, Calabria) hanno un Rt puntuale maggiore di 1, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2, altre 3 (Basilicata, Lombardia e Puglia) lo superano nel valore medio, e altre tre lo sfiorano (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche). Le Marche, infatti, sono a 0,99.
Insomma, attenzione. E se ci fosse qualche dubbio, ecco i numeri negativi da non dimenticare. Nella prima ondata pandemica Covid-19, tra febbraio e maggio, le Marche si sono caratterizzate per un eccesso di decessi per il complesso delle cause quasi cinque volte superiore all'incremento medio del Centro Italia: 19,5% rispetto al 4,6%.
I dati sono del rapporto congiunto Istat-Iss sulla mortalità. Quanto alla seconda ondata relativa, in particolare ai mesi di ottobre e novembre, la regione si è mantenuta invece sotto i livelli medi del Centro: a ottobre 10,5% contro il 13,1% della media del Centro Italia; a novembre il 27,3% (39,3%) e per ottobre e novembre insieme 19,1% contro il 26,2% del Centro. Nei mesi di ottobre e novembre ci sono stati complessivamente 3.364 morti nelle Marche di cui 195 correlati al Covid-19.
In Italia, il bilancio del periodo compreso tra fine febbraio e novembre, i dati elaborati dall'Istat nel suo rapporto sull'incidenza del Covid-19 nella mortalità in Italia indicano che durante la prima ondata dell'epidemia, tra febbraio e maggio, i decessi per questa malattia sono stati il 13% del totale, mentre nella seconda ondata il contributo complessivo dei decessi Covid-19 è passato al 16% a livello nazionale.
Dal rapporto emerge inoltre che nel periodo febbraio-novembre si stimano complessivamente circa 84 mila morti in più rispetto alla media del 2015-2019. I decessi di persone positive al Covid-19 registrati dalla Sorveglianza integrata riferiti allo stesso periodo sono 57.647 (il 69% dell'eccesso totale).
"Il 60% dei decessi complessivi per Covid-19 riguardano persone over 80: “La classe degli over 80 - si legge - risulta quella con la più alta percentuale di decessi per Covid-19 (il 60% dei decessi complessivi)”. In controtendenza, invece, il dato sui contagi negli ultraottantenni. Si è passati dal 26% della prima ondata all'8% della seconda ondata. “Tale diminuzione - spiega la nota - è verosimilmente in gran parte dovuta all'aumentata capacità diagnostica tra le classi di età più giovane e nelle persone con sintomi meno severi”.