di Raffaele Vitali
FERMO – La sanità è il tema chiave della campagna elettorale. Le Marche arrivano al voto dopo una gestione dell’emergenza Covid più che buona da parte di Luca Ceriscioli, con la sola ‘macchia’ del Covid center a Civitanova Marche. ‘Macchia’ perché non è servito, ma come sostiene ogni volta Guido Bertolaso, l’uomo che l’ha realizzato, “è fondamentale in caso di nuova emergenza”.
Una sanità che ha delle eccellenze, ma anche a una difficoltà nella gestione territoriale. Per il centrodestra che vuole prendersi la Regione con Francesco Acquaroli, per colpa dell’incapacità della giunta uscente, per il centrosinistra, invece, principalmente a causa del decreto Balduzzi che pone vincoli numerosi distanti dalla realtà
E su questo è intervenuto ieri sera in una piazza gremita a Civitanova Marche il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. L’unico leader Dem spendibile a livello nazionale ha scelto di tirare la volta a Maurizio Mangialardi.
“Io spero che i marchigiani riflettano davvero: la differenza (tra centrodestra e centrosinistra sulla sanità, ndr) non è un tema ideologico, è se il giorno dopo e per 5 anni vogliono privatizzare la sanità pubblica. Vista la pandemia - ha osservato Bonaccini -. servono risorse per la sanità, D'altra parte guardate come l'hanno gestita i loro amici Boris Johnson, Bolsonaro e Trump, Salvini e Meloni non li citano più, mentre prima li glorificavano come campioni del mondo”.
Al suo fianco, davanti a mille persone, Mangialardi ha aggiunto: “Ci accusano di privatizzare la sanità, ma i dati dicono ben altro: nelle Marche il privato copre l’8,21% dei servizi, in Lombardia il 40%, in Veneto il 24%. Ecco, riflettiamo quando la destra parla di difesa della sanità pubblica. il loro modello è bene diverso”.
Lo ascolta Bonaccini, che poi aggiunge: “La proposta di Mangialardi di rivedere i parametri della legge Balduzzi è una richiesta giusta di fronte ad un problema di questo Paese, che a volte ha guardato troppo gli algoritmi e i parametri numerici piuttosto che guardare la vita delle persone. Quindi è giusto rivedere i parametri perché è giusto garantire alle aree più marginali e periferiche gli stessi servizi delle città capoluogo. Ogni tanto si può dire di avere sbagliato in buona fede ed è giusto che il Paese rimedi”.
Due le azioni immediate, per Mangialardi: “Tutelare i punti nascita e i punti di primo intervento”. E si può, grazie agli aiuti che arriveranno dall'Europa: "Da soli non saremmo andati da nessuna parte. Con i sovranisti al governo saremmo stati soli, saremmo stati come l'Argentina. La destra non voleva questi soldi e, anzi, rideva. Invece, ora ci sono 209 miliardi che possono cambiare la storia della regione" prosegue tra gli applausi, gli stessi che lo avevano accompagnato domenica in un seguito incontro a Pedaso.
E di fronte alla folla, il leader emiliano se ne va speranzoso: “Mangialardi è un ottimo amministratore, è un sindaco, sa cosa significa dire dei sì e dei no ai cittadini”.
@raffaelevitali