di Raffaele Vitali
FERMO – C’erano più di 250 persone, politici ma anche tanti sanitari, ad attendere Francesco Acquaroli, il presidente della Regione Marche che chiudeva un convegno dedicato alla sanità fermana e regionale. Un pomeriggio nel segno di Fratelli d’Italia, con tutti i vertici di partito riuniti a Fermo per un paio d’ore di riflessione accompagnate dall’orgoglio di chi è in maggioranza e prende le decisioni.
Sono intervenuti esponenti locali (Rocchi, Romagnoli e Tulli), provinciali (Balestrieri), regionali (Putzu e Baiocchi), Nazionali (Leonardi, Albano e Zaffini) e di Governo (il sottosegretario Gemmato) oltre a tanti medici e infermieri. Non mancava nessuno, perché la sanità è un tema decisivo della vita quotidiana e della appena partita campagna elettorale che lo vedrà sfidare Matteo Ricci. Lo sa bene il governatore Francesco Acquaroli, che però non sembra minimamente preoccupato.
Acquaroli, la sanità è il presente e futuro della regione. In questa provincia è in arrivo un nuovo ospedale…
“Mi permetta, due nuovi ospedali. Non dimentichiamolo mai”.
Presidente, bene le strutture, ma ora serve personale. Darete le risorse necessarie al direttore generale dell’Ast, Roberto Grinta, per operare al meglio?
“Il Governo sta facendo un incremento di spesa per le prossime annualità. Certamente le risorse non sono tutto, anche se sono importantissime. Nelle Marche il vero problema è la scarsità della presenza di personale sul territorio. Veniamo da un lungo periodo di inappropriatezza delle prestazioni e difficoltà a reperire i medici di base oltre a garantire la continuità assistenziale. Questi sono aspetti non secondari. Dobbiamo intercettare la domanda in anticipo, altrimenti se è inappropriata o gestibile in maniera differente, finisce in lista di attesa dopo il pronto soccorso o in esami non funzionali. E il sistema si ingolfa”.
Quindi?
“Dobbiamo e stiamo ricostruendo il territorio che abbiamo trovato debole e a volte desertificato. Questo non si fa in mesi, servono anni”.
Le mosse necessarie?
“Garantire il turnover e coprire le caselle vuote. La nostra riforma fa dialogare ospedali e territori, ma soprattutto organizza al meglio il sistema, stiamo cercando di superare doppioni ottimizzando quello che abbiamo”.
Nel piccolo qui ci sono due ospedali nuovi, un unicum regionale.
“Nel piccolo si è ottenuto un grande risultato. Due ospedali nuovi consentono una capacità maggiore di risposta. È l’accesso per le acuzie, e non solo, è un potenziamento dei servizi. Avere un ospedale inaugurato ad Amandola e uno a breve aperto a Fermo, significa dotarsi di strumenti all’avanguardia. Aggiungo, magari gli ospedali non sono da soli un attrattore, ma di certo sono un elemento di scelta per un medico. Che avrà maggior interesse a passare la sua vita in una struttura tecnologicamente avanzata e iper sicura”.
Sentir dire al suo contender Matteo Ricci ‘no agli ospedali unici’ conferma che lei ha fatto le scelte giuste?
“Direi che sono quasi cinque anni che abbiamo preso questa strada. Ma non basta dire ‘no agli ospedali unici’, bisogna far dialogare i territori. Solo così si crea un sistema che garantisce prestazioni efficaci. Quando c’è accessibilità ai servizi, si è in grado di fare diagnostica e prevenzione, allora il sistema è realmente pronto”.
Criticità non mancano. A parte il personale, cosa può fare meglio nel secondo mandato?
“Le criticità sono di diverso tipo, non tutte locali. Noi possiamo ottimizzare le risorse, far dialogare il sistema, coprire le carenze mettendo in gioco l’organizzazione, dalla farmacia dei servizi ai punti salute. Abbiamo iniziato a seminare, arriveranno i frutti”:
Il tempo è l’alleato?
“Qualsiasi riforma di livello socio sanitario non si attua in poche mesi. Perché poi molto cambia, pensiamo a fattori come l’allungamento della vita che porta anche nuove patologie, impatta sulla lungodegenza e le case di riposo, e poi chiede di gestire al meglio demenze e Alzheimer. Capite che il sistema evolve, la riforma però è in grado di rispondere e di elevare il grado di salute e soddisfazione della comunità, ne sono certo”.