FERMO – C’è chi brinda e chi protesta, ma la riforma della sanità della regione Marche ha superato il vaglio del Consiglio. “Una sanità a misura di territorio, a filiera corta nelle decisioni non più centralizzate e che salvaguarda le peculiarità di ciascuna provincia” sottolineano i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia tra cui il fermano Andrea Putzu.
“Si elimina l’Asur in favore di 5 Aziende Sanitarie Territoriali che sapranno meglio intercettare i reali e concreti bisogni dei cittadini. La campagna di ascolto effettuata prima della stesura della Legge e durante le audizioni in Commissione ci ha consentito di poter migliorare la stessa. È il primo pilastro che, nei prossimi mesi, sarà affiancato dal secondo pilastro: il nuovo Piano Socio Sanitario”. Aggiungono i meloniani: “I fatti imponevano un cambiamento di rotta verso una sanità capillare, con centri di eccellenza e strutture che facciano da filtro agli affollamenti dei pronto Soccorso. Inoltre, gli interventi avviati dalla Giunta per sopperire alle problematiche nazionali di carenza di medici e personale sanitario rappresentano un unicum a livello di Regioni italiane: stanziati 1.750.000 euro per almeno 110 borse di specializzazione per medici di Medicina Generale; incrementati da 5 a 42, i contratti di formazione per medici specialisti”.
Una riorganizzazione giudicata inutile e dannosa per la salute dei cittadini marchigiani è invece la posizione del Partito Democratico: “Siamo costretti a fare i conti con un intervento legislativo irricevibile, costruito sulla mistificazione e l’incompetenza. Il potenziamento della sanità territoriale è ben altra cosa, e lo si farà non certo grazie a questa pseudo riforma, ma alle risorse stanziate dalla missione Salute del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il quale definisce in modo puntuale gli ospedali di comunità, le case della comunità e i centri operativi territoriali che il governo, attraverso l’Europa, finanzierà integralmente con oltre 20 miliardi, di cui il 2,5% ricadrà in questa regione. La verità, invece, è che l’attribuzione della personalità giuridica scatenerà la concorrenza tra le singole Ast, acuendo inevitabilmente le disparità territoriali tra le singole province marchigiane”.
I Dem lamentano il mancato coinvolgimento: “Una legge come questa non poteva e non doveva essere approvata in 15 giorni in assenza di un nuovo piano socio sanitario”. Su questo puto il presidente Acquaroli ha già detto che verrà affrontato a settembre, quindi in tempi stretti. “Ora – riprende il gruppo Dem guidato da Maurizio Mangialardi - vedremo chi si incaricherà di compensare gli squilibri tra le singole province, chi compenserà i numeri dei posti letto tra gli ospedali regionali e come si combatterà la mobilità passiva dopo la cancellazione di Marche Nord”.
Infine, Forza Italia, con Jessica Marcozzi che è tranchant: “Ci giochiamo tutto su questa riforma che riporterà sui territori risorse, decisioni, passaggi ma anche responsabilità. Noi ci crediamo e da gennaio inizieremo a vedere i primi passaggi fondamentali. Noi portiamo al centro l'organizzazione di ogni Area Vasta partendo proprio dai cittadini. Partiamo dal ruolo dei direttori che diventano veri e propri manager. Anche i sindaci si troveranno al centro del procedimento, potranno valutare l'operato dei direttori generali e avranno voce in capitolo nelle scelte che si faranno sempre nell'interesse dei cittadini. Il ruolo dei sindaci sarà fondamentale, saranno loro le voci dei cittadini, loro diranno se il direttore generale avrà fatto le scelte giuste".