FERMO – La nuova protagonista mediatica e, purtroppo, sanitaria è la variante. “Quella inglese continua a girare e, anzi, ad Ancona e provincia è ormai diventata prevalente rispetto al ceppo tradizionale del Covid” sottolinea all’Ansa Stefano Menzo, direttore del Laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona. È sotto le sue mani che passano tutti i campioni regionali alla ricerca della variante Gb.
Bisogna avere paura? “La nuova moda è terrorizzare con la variante. Vorrei farvi notare che varianti virali emergono continuamente e, fino a prova contraria, non rappresentano un pericolo. Vale per le varianti quello che vale per i cittadini: innocenti fino a prova contraria” commenta secco Roberto Burioni, medico marchigiano del San Raffaele.
“Non c'è nessun elemento che ci faccia pensare che quelle già individuate sfuggano all'azione dei vaccini più potenti, anzi dati preliminari sembrano suggerire il contrario, anche se poi naturalmente dovremo vedere cosa succede in concreto. Il futuro - ribadisce Burioni - non possiamo predirlo, ma non è detto che una variante resistente al vaccino possa comparire, pensate solo al morbillo che ha un meccanismo di replicazione del suo genoma a Rna molto più impreciso del coronavirus e questo introduce più mutazioni del coronavirus. Calma e vaccini, soprattutto tanti vaccini. Se ci sono somministriamoli, se non ci sono produciamoli, se siamo in ritardo - conclude - non perdiamo altro tempo. Vacciniamo”.
Anche perché, più si tarda con la vaccinazione e più le probabilità di nuovi lockdown crescono. Lo dice, in maniera velata, il governatore Francesco Acquaroli: “A preoccupare non sono tanto i numeri del contagio ma la presenza forte della variante inglese. L'ordinanza si pone alcuni obiettivi: ridurre la mobilità verso il territorio più interessato, in questa fase, dalla pandemia. Abbassando gli spostamenti delle persone si limita la circolazione del virus, sia nella provincia di Ancona sia verso altri territori che oggi stanno registrando un miglioramento. Non ci aspettiamo un'ordinanza di restrizione dal Ministero ma come succede ogni settimana, ormai da mesi, nella giornata di venerdì ci sarà data comunicazione rispetto alla fascia di colore della nostra Regione per la settimana successiva”.
Stando ai dati nazionali che emergono, da domenica quasi metà del Paese rischia di finire in arancione, con l'Abruzzo che sembra invece destinato addirittura in zona rossa. La certificazione arriverà però soltanto con la pubblicazione dei nuovi dati del monitoraggio, mentre il nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi è già al lavoro per snellire il Comitato Tecnico Scientifico e creare una cabina di regia dei ministri che tenga conto non solo dell'aspetto normativo dei provvedimenti ma, contestualmente, anche di quello economico per evitare un nuovo 'caso sci'.
Le regioni più a rischio, stando ai dati dell’Iss, sono Lombardia (dove da oggi quattro comuni sono in lockdown), Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Marche.
La situazione più delicata è quella della confinante regione Abruzzo dove ci sono già due province in zona rossa, quelle di Pescara e Chieti. Da venerdì, però, c'è il serio rischio che l'intera regione sfori l'indice Rt 1.25 (il limite per passare in rosso).
r.vit.