FERMO – Il primo professore dice no. In attesa di sapere cosa decideranno gli ex rettori Corradini, Italia Viva, e Longhi, Le Marche Ideali, alla scelta di Maurizio Mangialardi come candidato presidente del Pd, arriva la secca bocciatura di Roberto Mancini, leader di ‘Dipende da noi’.
Il progetto civico di sinistra, che nel fermano conta su figure importanti come Massimo Rossi e Alessandro Fulimeni, è rimasto deluso perché “la decisione dei dirigenti del Partito Democratico delle Marche rappresenta la conferma dell’impermeabilità di questi dirigenti nei confronti di qualsiasi spinta partecipativa proveniente dalla società marchigiana”.
Mancini riparte dagli incontri avuti, quelli che avevano dato il senso di apertura alla base, al mondo dei non partiti. “Abbiamo verificato in queste settimane l’eventuale sussistenza delle condizioni per realizzare una vera svolta nel governo delle Marche, dopo gli esiti ampiamente deludenti della giunta ora in scadenza. Per questo, ferma restando l’oggettiva difficoltà di ridare credibilità alle forze di governo dopo anni di abbandono e di chiusura alla società marchigiana, era assolutamente necessario mutare metodo, priorità di programma e persone di riferimento, facendo spazio alle forze migliori della società civile e concordando le scelte essenziali insieme a tutti i soggetti politici coinvolgibili nel progetto. Durante un incontro chiestoci dai vertici del Partito Democratico marchigiano ci era stato detto che si sarebbe andati in questa direzione”.
Nessun nome, solo aperture per stilare il programma. “Invece è accaduto che i dirigenti del PD hanno fatto il contrario: candidato interno rappresentativo solo dell’equilibrio delle correnti del PD, nessuna indicazione di svolta nel programma, esclusione dei potenziali alleati da un percorso comune. Chi si è sottratto alla responsabilità di non consegnare la Regione alla Lega è il PD stesso, mettendo da parte il rapporto con le forze più innovative del panorama politico regionale”. Di fronte a questo quadro il movimento nato attorno al professore universitario non ha intenzione di fermarsi: “Ci impegneremo ancora di più per mutare qualitativamente la politica regionale. Perciò facciamo appello a tutte le forze democratiche che non accettano questi metodi vecchi e sterili: possiamo verificare insieme come costruire un cammino comune che realizzi una svolta vera”.