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Mangialardi e il 'giorno del terremoto' da candidato e da presidente Anci. Leonardi: "Inaccettabile"

8 Luglio 2020

Era solo questione di ore, poi sarebbe accaduto. Nel giro di poche ore Maurizio Mangialardi parla di terremoto, di ricostruzione, di semplificazione in duplice veste: a San Severino come candidato presidente alla regione Marche, dove ha annunciato che in caso di vittoria nominerà un assessore dedito alle aree interne, via comunicato stampa come presidente Anci Marche, per chiedere insieme al presidente Anci nazionale Decaro un incontro a conte per parlare di ricostruzione.

Un errore tattico? Una leggerezza? Molto probabile, ma visto lo staff di cui si è circondato, con tanto di esperti inviati dal governatore emiliano Bonaccini, fa strano pensare che non ci avesse pensato.

Ma è ovvio che così facendo offre il fianco a nuovi attacchi in merito al suo doppio ruolo. Visto che il presidente Anci non è un onorevole, come Acquaroli, ma un sindaco scelto dai sindaci e quindi rappresentativo di tutti, a prescindere dal colore.

“Più che chiedere incontri tardivi nell'agenda dei vari Governi, che portano tutti la firma del suo partito o dei suoi alleati di maggioranza, Mangialardi dovrebbe pensare a dimettersi dal suo ruolo di presidente di Anci Marche proprio per rispetto di quegli stessi sindaci che oggi dice di voler difendere e che invece, così facendo, strumentalizza. Per cui, Mangialardi è ora che si dimetta dall’Anci” tuona Elena Leonardi, consigliera regionale di Fratelli d’Italia.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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