di Raffaele Vitali
PONZANO DI FERMO – Diego Mandolesi, 37 anni, moglie, figlio piccolo, una vita da Oss, e ora sindaco di Ponzano di Fermo. Due settimane dalle elezioni, che effetto fa?
“Sarà la carica del voto, ma è una emozione continua. Quello che mi fa piacere e mi carica è che sto ricevendo chiamate da tanti amici e soprattutto da molti cittadini. Questo è il segno del buon risultato elettorale. Il quorum era una preoccupazione, poi è arrivato il 70%”.
Cosa è cambiato davvero, visto che lei era il vicesindaco uscente?
“Sta cambiando il peso della firma. Oggi firmo gli atti che prima magari decidevo e concordavo. Ma devo dire che io e Iacopini eravamo già un tutt’uno, lui mi ha davvero cresciuto, è stato un padre-figlio politico. E ha scelto di fare un passo indietro e diventare il mio vice. Non è mai una scelta semplice, ma era anche chiaro che io avrei voluto guidare il comune”.
Porta una visione diversa, da giovane?
“Quello che voglio cercare di fare è avvicinare i nostri giovani all’amministrazione e al paese. Ragazzi che in me vedono ‘Diego’ ancora prima del sindaco”.
Anche perché Ponzano è un comune anomalo, con molte anime.
“Siamo 1700 persone, suddivise su tre centri: Ponzano Capoluogo, Torchiaro e Capparuccia. Un territorio vasto e variegato. Un centro storico, un piccolo borgo con appena cento residenti e la frazione popolosa e dinamica, quella più giovane che deve affrontare la una nuova era che sarà segnata dallo sviluppo di Campiglione. Noi siamo il cuore di una vallata industriale con grandi aziende a Ponzano o in pochi metri fuori dal nostro comune al confine con Grottazzolina”.
Come si affronta questo sviluppo?
“Prioritaria è la revisione del Prg, già passata in Consiglio. attendiamo il parere del genio civile, per creare nuove aree residenziali. Vogliamo crescere come paese”.
Non teme lo spostamento a valle della vita?
“Per evitarlo la prima variante fu quella di creare un’area residenziale a ridosso del capoluogo, vicino alle scuole, che abbiamo mantenuto in paese come Primaria e Secondaria. L’infanzia è a Capparuccia. Sono previste nuove abitazioni, nuovi villini. A valle appartamenti e il recupero dell’area già potenzialmente edificabile che ha più di una decina di lotti utilizzabili ma con costi da rivedere. Stiamo dialogando anche con questo proprietario”.
Centro storico piccolo, carino ma chiaramente poco abitato.
“Nel castello ci vive attualmente una famiglia, altre case sono di persone che vivono fuori. Stiamo trattando con i privati per l’acquisto del palazzo principale, che si affaccia sul giardino. Valuteremo anche noi potenziali investitori, ci piacerebbe un progetto ‘stile Petritoli’. Vedremo anche il bando Borghi nuovo della regione Marche. In centro stanno già recuperando un maxi palazzo dove realizzeranno una struttura ricettiva con camere e spa. Poi c’è il nostro palazzo Cavallino per cui abbiamo presentato il progetto al commissario sisma per il recupero. Il suo piano di sviluppo sarà legato anche all’evoluzione del Castello, quindi un ragionamento di rete, fosse anche destinato ad associazioni, imprenditoria giovanile. E poi mi piacerebbe rivedere un locale sula terrazza sotto il torrione, come quando ero ragazzo, ma sempre per il privato bisogna passare”.
Tanto lavoro di mediazione.
“Questo non mi spaventa”.
I servizi comunque a Ponzano centro non mancano. Cosa vorrebbe in più?
“Priorità è di certo riapre un bar. E su questo stiamo lavorando anche con i nuovi bandi della regione. Sono ottimista (un incontro tra privati era in corso proprio in quel momento, ndr). Questo garantirebbe tutti i servizi, con farmacia, poste, parrucchiere, medico di base e alimentari”.
Passiamo a Capparuccia?
“Ho una visione di rete, serve una strategia comune. Fermo, Grottazzolina, Magliano sono realtà con cui dobbiamo dialogare insieme. Ne ho parlato spesso con il consigliere regionale Putzu perché siamo il tratto rimasto fuori dalla nuova viabilità, da Piane di Montegiorgio a Campiglione ancora c’è un buco. E invece serve e sono certo che interessi anche Fermo. l’anello deve chiudersi, non possiamo creare imbuti, soprattutto considerando il potenziale di tante aziende. Questa è la visione, di certo sono cresciuto anche grazie all’esperienza in provincia come consigliere. È un ente strano, più di ascolto che di praticità, visti i pochi fondi. Ma poi in realtà fa tantissimo e apre relazioni con gli amministratori”.
Mandolesi lei è il sindaco, la squadra?
“Iacopini è il mio vice con deleghe a bilancio, patrimonio e ambiente. Eleonora Perticari, assessora under 40, con delega ad Associazioni, eventi, commercio e cultura. Numerose deleghe ai consiglieri per renderli protagonisti. Il gruppo uscente si è ricandidato, per sette decimi portiamo esperienza, sanno da dove ripartire e gli ho confermato i compiti. Tutto il consiglio sarà partecipe e attivo”.
Ma c’è una minoranza in paese?
“Il voto ha risposto”.
Mandolesi, lei è anche un neo papà, come si gestisce?
“Se posso fare tutto queto lo devo a mia moglie. È quella persona che riesce costantemente a supportarmi e a colmare le mie mancanze. Gli impegni crescono, appena posso ritaglio tempo per mio figlio, ha due anni ed è nella fase di crescita. La fortuna di avere una grande donna è unica. E questa condizione di padre mi rende ancora più responsabile, anche questo hanno colto i tanti giovani che mi cercano e mi hanno votato. Sono uno che ha vissuto Capparuccia nelle associazioni e negli spazi di comunità, poter amministrare conoscendo il territorio e farlo insieme con una squadra forte è la formula vincente di fonte ad anni che non saranno semplici, perché prima o poi le tante risorse europee e stati finiranno e la differenza tra chi saprà affrontare le questioni echi sarà evidente”.
Ponzano crescerà?
“Sono innamorato follemente del mio paese. Questo mi farà davvero dare tutto. E quindi, la risposta è sì”.
E poi lei ha anche un futuro politico, è uno dei giovani in vista di Fratelli d’Italia.
“Ho stima nel mio partito, adesso mi concentrerò qui e non per un solo mandato. Po si vedrà…”.