“Qualcuno ha inteso utilizzare strumentalmente e in modo inaccettabile a mia disponibilità, come una sorta di contrapposizione, divisione interna, volontà di creare problemi o ancora volontà di azzoppare il presidente uscente”. Valeria Mancinelli, sindaca di Ancona e possibile candidata in particolar modo per Italia Viva, alla guida della Regione Marche, sbatte la porta.
Lo fa con eleganza, ma anche chiarezza: “Da Ancona vi saluto e ora chi deve decidere decida. Qui, a Pesaro o a Roma. Io sono fuori. Non sono un problema. Come marchigiana spero solo che la decisione venga presa nell'interesse delle Marche scegliendo per davvero il candidato che può essere più autorevole, più popolare, più forte e dunque più in grado di vincere le elezioni e non quello che dà meno fastidio alle varie fazioni in campo".
Da possibile candidata alternativa a Luca Ceriscioli, a sindaca che continuerà a fare il suo lavoro nel capoluogo: “Da troppo tempo corro il rischio di apparire anche io attore di un teatrino della politica che non mi appartiene e che non aiuta la credibilità della politica. Facciamo chiarezza. Non mi sono mai candidata a niente e non ho chiesto a nessuno di essere candidata a niente. È successo che da novembre numerosissimi esponenti del Pd e non solo del Pd ma dell'intero centrosinistra mi hanno chiesto se ci fosse una mia disponibilità ad accettare una proposta di candidatura a presidente di Regione che venisse dal Pd e dall'intera coalizione centrosinistra". E lei ha dato, in via riservata, la sua disponibilità. Forse anche questo è stato il problema, la non evidenza. "Una disponibilità a due condizioni: che non fosse neppure pensata un'ipotesi di mia candidatura se prima il governatore uscente, il Pd e la coalizione di centrosinistra, non avessero fatto la valutazione che lo stesso governatore potesse non essere in questo contesto il candidato più competitivo per le prossime regionali e che si fossero stretti i tempi, ho parlato di Natale o al massimo Epifania". Condizioni che ad oggi però non si sono verificate e che la Mancinelli sottolinea con una punta di velata ironia.
"Nessuna di queste condizioni si è verificata - continua -. Il governatore uscente legittimamente è convinto di essere il candidato più forte che il centrosinistra può esprimere, il più autorevole, il più popolare e il più competitivo. Ce lo spiega tutti i giorni. Ed anche il gruppo dirigente del Pd o perlomeno la maggior parte condivide questa valutazione. Altri dirigenti invece hanno ritenuto fosse necessario aprire una nuova pagina ma che per questa nuova pagina fosse necessario aprire un'alleanza con il M5s e che in tale ottica il candidato sponsorizzato dal M5s, l'ex Rettore fosse il candidato più competitivo, più forte e più popolare". Da oggi “tolgo ogni alibi dentro e fuori dal Pd”.
r.vit.