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Maltrattamenti in famiglia durante la pandemia, 50enne assolto. "E' la fine di un incubo"

24 Settembre 2024

FERMO - È finito davanti al giudice con l’accusa di maltrattamenti in famiglia che sarebbero stati commessi nei mesi della pandemia legata al Covid. Secondo l’impianto accusatorio l'uomo, un 50enne di Grottazzolina, avrebbe avuto un comportamento aggressivo per motivi di gelosia nei confronti della moglie, costringendola a rendergli conto di ogni suo movimento nel corso della giornata, controllando anche il cellulare della donna e, in almeno due occasioni l’avrebbe picchiata e minacciata di morte nonostante l’intervento della figlia maggiore che avrebbe cercato di calmarlo. Al termine del processo con rito abbreviato il 50enne è stato assolto. Per lui è la fine di un incubo che lo ha portato per mesi lontano dai figli e a vivere con un'accusa pesante sulle spalle. 

“Si è concluso un calvario – spiega l’avvocato Massimo Monaldi – il mio assistito era stato querelato dalla moglie per maltrattamenti in famiglia a giugno 2020 ed è stato assolto con la formula ’perché il fatto non sussiste’”.

La querela sporta dalla donna aveva fatto scattare le tutele previste dal Codice Rosso, quindi lei e i figli, furono portati in gran segreto in una struttura protetta. L’accusa riguardava fatti che si sarebbero verificati nella prima metà del 2020 e nella denuncia la donna aveva raccontato di scenate di gelosia del marito e di frequenti litigi. 

Tutto inizia una sera intorno alle 19. Dopo una lunga giornata di lavoro il 50enne, non trova nessuno in casa. Sul tavolo della cucina c’è un biglietto con su scritto ’non ti preoccupare per noi, stiamo bene’. Sul momento non riesce ad avere contezza di ciò che fosse accaduto alla sua famiglia, dove fossero la moglie e i figli. “Credeva che la madre fosse scappata ed avesse portato con sé i figli, il timore di non rivederli più lo assalì e lo gettò in uno stato di disperazione. Quella notte non riuscì a chiudere occhio” sottolinea il legale.

Il giorno successivo chiama subito l'avvocato Monaldi per raccontare  il dramma che stava vivendo. “Mi chiese di attivarmi con la massima celerità per avere informazioni su cosa fosse accaduto alla famiglia e cosa c’era da fare per porre rimedio a quanto accaduto” aggiunge l'avvocato.

Oltre al procedimento penale per maltrattamenti al tribunale di Fermo, si attivò anche la Procura della repubblica presso il tribunale per i minorenni delle Marche. Che il 21 novembre 2021 chiese al tribunale per i minorenni di affidare i minori ai servizi sociali ed effettuare valutazioni sulla capacità genitoriale dei genitori, sostegno alla genitorialità, educativa domiciliare, supporto psicologico. 

Monaldi inviò subito memorie al Tribunale per i minorenni a sostegno delle ragioni del 50enne, oltre a manifestare, come da incarico ricevuto, la più ampia disponibilità del suo assistito a collaborare. A novembre 2023, il tribunale per i minorenni delle Marche emise un decreto di archiviazione sulle richieste della Procura per i minorenni, sulla base delle relazioni dei servizi sociali. “Una prima buona notizia, seguita dalla seconda che è l’esito del processo arrivato il 19 settembre” conclude il legale del 50enne. Le motivazioni della sentenza entro 90 giorni.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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