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Malattie infettive da mortali a gestibili: il primario Amadio in pensione dopo 30 anni. "Al Murri medici e infermieri di qualità"

17 Maggio 2024

di Raffaele Vitali

FERMO – Giorgio Amadio se ne va. È arrivato il giorno della pensione per il primario di Malattie Infettive, l’uomo in prima linea che ha guidato dalla trincea il suo reparto, e gran parte del Murri, durante la pandemia; il medico che ci ha messo la faccia quando tenere alta la bandiera della ricerca non era facile; il medico che finiti turni infiniti tornava all’una di notte se c’era una emergenza; il primario che ha creato una squadra oggi in grado di non perdere la rotta anche se dal primo giugno non ci sarà più il comandante al timone.

“Il covid ci ha impegnato, ha segnato la nostra attività, ma malattie infettive è tanto di più” chiarisce subito Amadio che per due settimane ancora pensa al reparto e ai 15 pazienti che riempiono tutti i letti. “Non c’è mai un posto vuoto, anzi” precisa al suo fianco la coordinatrice di reparto (caposala, ndr), Lucia Seccia, che ha ricevuto il testimone come guida degli infermieri da Giampietro Beltrami, oggi funzione organizzativa del dipartimento medico, ma durante la pandemia braccio destro di Amadio insieme con “un gruppo consolidato, con esperienze ventennale all’interno che ah saputo superare ogni emergenza”.

Ma il coronavirus è stato solo uno dei momenti di una carriera lunghissima iniziata 37 anni fa a Sant’Elpidio a Mare, vissuta per trenta dentro il Murri di Fermo. passo passo ha trasformato il reparto nel riferimento regionale. “Abbiamo qualità professionale e servizi che da anni Amadio gestisce al meglio” aggiunge Roberto Grinta, dg Ast Fermo, e Massimo Esposito, direttore amministrativo.

Amadio di certo è il valore aggiunto del reparto, ma rassicura tutti: “Non siamo l’hub di Marche sud grazie a me. La nave ha un comandante, ma senza equipaggio non va da nessuna parte. I medici attuali sono in grado di mantenere il livello”. Sette i dottori in forza, insieme con i 13 infermieri e tre Oss coordinati da Seccia.

Non saranno due settimane facili, “il magone c’è”, ma ci arriva sereno perché sa di aver davvero dato tutto, “il Covid è stato un periodo molto pesante, molti lo hanno dimenticato” aggiunge malinconico pensando a quanto sia sta facile passare da ‘angeli’ a professionisti da insultare.

Il primo giugno arriverà, il presente è ancora intenso per chi ha iniziato a dirigere Malattie Infettive nel 2011, cinque anni da facente funzioni fino a quando, nel 2016, ha vinto il concorso. “Ho visto crescere il reparto, anno dopo anno. Eravamo quello da cui stare lontani, ‘quelli delle patologie che si attaccano’. Poi il periodo dell’Hiv, dell’Aids che ha aumentato la paura verso il reparto. Ma tutto è cambiato, i pensieri sono evoluti. L’approccio verso le persone è diventato differente”.

È in questo campo che la ricerca ha mostrato la sua forza, creando farmaci che hanno trasformato una malattia mortale i una gestibile. “Meno ricoveri e la gestione diventa ambulatoriale. Un grande successo della scienza con terapie efficacissime. Oggi abbiamo terapie intramuscolo che ci permettono di vedere i pazienti ogni due mesi, in prospettiva ogni sei. Niente più compresse quotidiane, meno accessi al pronto soccorso”.

Ricerca che ha migliorato anche la gestione dell’epatite C. “Da patologia inguaribile a curabile, dai trattamenti che garantivano il 40% di successo ai farmaci che si avvicina al 100% di efficacia con una compressa al giorno per massimo 12 settimane” prosegue Giorgio Amadio che da anni grazie a uno strumento donato dalla Carifermo riesce a individuare epatiti al fegato senza dover effettuare biopsie.

Quello che continua ad aumentare è il numero dei casi per le malattie sessualmente trasmissibili, come non mancano cirrosi e tubercolosi. “Il periodo covid, i cui siamo stati in rado di gestire 32 posti letto, abbiamo accresciuto le competenze del reparto oggi ogni infermiere no dice più ‘il paziente respira male’, ma parla di saturazione e conosce ogni parametro. Ci siamo tutti arricchiti, dal primario all’Oss lavorando insieme senza orari, sacrificando le famiglie, sacrificando noi stessi. È stato uno tsunami che ha travolto tutti. Ma ce l’abbiamo fatta, nonostante lo strascico. L’abbiamo superata, ma non dobbiamo mai fermare studio e ricerca”.

Ta malattie infettive e diffusive, il reparto è in continua evoluzione. “Siamo ormai trasversali, lavoriamo con quasi tutte le specialistiche. Abbiamo 350 ricoveri annui, principalmente tubercolosi, germi multiresistenti, protesi infette”.

È rassicurante il primario, ogni tanto abbassa lo sguardo perché sa che potrebbe essere il suo ultimo incontro con la stampa, ma soprattutto che i giorni di lavoro sono sempre meno. Ma nessuno ne risentirà. Lo garantisce Lucia Seccia a nome di tutti i colleghi: “Durante il Covid abbiamo imparato dal nulla a gestire una patologia nuova. Imparato a gestire i ventilatori, lavorando con gli anestesisti quotidianamente. Una nuova sfida, ci siamo piegati ma non spezzati. Abbiamo rinunciato alla vita quotidiana fuori dall’ospedale. Tanti giovani in reparto e devo dire che sono stai gli anziani ad adattarsi a noi, per una volta dimostrando grande capacità”.

Sotto pandemia c’erano 32 infermieri e sette Oss per 32 posti letto, oggi 13 infermieri e tre Oss. “Siamo stati la figura portante del sistema perché gestivamo anche psicologicamente il paziente ricoverato che non poteva vedere nessuno. Ora siamo tornati  alla realtà di malattie infettive”. E comunque l’immagine dell’infermiere bardato non è poi così cambiata. “Non usiamo le tute, ma tutto il resto c’è sempre, ci son meningiti e tubercolosi da seguire” prosegue, sapendo che anche per il suo mondo l’amata ricerca dell’infettivologo Amadio è importante.

“Ho visto passare una malattia da mortale a gestibile, ho visto creare vaccini in pochi mesi: senza ricerca non c’è futuro, non dimentichiamo lo mai e usiamo al meglio le risorse a diposizione” conclude il primario.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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