di Raffaele Vitali
FERMO – La malattia di Chron, la colite ulcerosa, malattie infiammatorie e croniche che provocano disturbi intestinali che cambiano, in peggio, la vita delle persone. Di ogni età.
Fermo, in questo campo, l’acronimo è Mici, è un riferimento nazionale da anni. Oggi la consacrazione scientifica racchiusa in trenta pagine che sono arrivate sul tavolo di tutti gli esperti italiani. “Un premio a un lavoro che va avanti da anni. Essere pubblicati su ‘Mondo sanitario’ significa entrare nel gotha della comunicazione di settore. Loro selezionano gli articoli, le pubblicazioni e al reparto di Gastroenterologia di Fermo è stata dedicata una monografia” sottolinea il direttore generale, Roberto Grinta.
Il merito è della dottoressa Simona Piergallini, braccio destro del primario Giampiero Macarri: sono loro i volti di una équipe multidisciplinare che ha permesso di raggiungere risultati importanti. “Sappiamo di essere un riferimento nazionale per la Gastroenterologia. Ma non solo”.
Il non solo è l’unità semplice per le malattie croniche intestinali creata all’interno del reparto: “Siamo gli unici ad avare un Pdta certificato a livello nazionale. Avere percorsi certificati significa garantire cure affidabili e di qualità massima” prosegue Grinta.
Macarri incassa i complimenti e ne ridà anche qualcuno: “Grinta ci ha dato spazi e strumenti per fare tutto. Ma il grazie principale va alla dottoressa Piergallini che è la vera artefice dello sviluppo”.
Le malattie infiammatorie insieme con il trattamento delle bilio-pancreatiche sono il perno dell’azione del mondo di Giampiero Macarri. “Serve un modello organizzativo per poter gestire le malattie croniche. Non sono malattie rare, parliamo di 3500 casi nelle Marche. Solo a Fermo nel 2024 abbiamo avuto 1890 visite specialistiche, sono 1200 i pazienti”.
Sono malattie che colpiscono i giovani e diventano poi parte della qualità di vita delle persone. “Necessitano di controlli e continui ricoveri, di attenzioni mirate. Una realtà peer cui non si parla di guarigione, ma di remissione della malattia. L’obiettivo – riprende la dottoressa Piergallini - è di portare la persona a una qualità di vita autonoma”.
Dentro il reparto, Mici e Ibd Unit hanno così una vita autonoma che permette di accelerare tutti i percorsi, grazie anche alla capacità organizzativa dell’infermiera Letizia che è la front girl del reparto. Grazie anche a una rete di professionisti che lavorano con noi, dal reumatologo al dermatologo e via dicendo. Abbiamo tre ambulatori a settimana con un percorso dedicato che abbatte le attese. Perché chi sta male, in maniera cronaca, deve poter avere risposte rapide” ribadiscono i due dottori.
La presa in carico è quindi totale e non necessità del Cup, i canali di accesso sono diretti via reparto. “E questo perché c’è un’Ast che investe nel settore delle malattie croniche. Non è scontato, è una scelta. Ci sono farmaci costosi da comprare e poi somministrare, servono tecnologie e personale, Grinta in questo ci supporta al meglio” proseguono Macarri e Piergallini che ha al suo fianco altri quattro dottori.
Un sistema sanitario che fa squadra con l’associazione Amici Marche, ovvero chi rappresenta i pazienti affetti da malattie intestinali coniche. È importante la relazione, perché ogni passaggio che migliora, aumenta l’efficienza del sistema e quindi migliora la qualità della vita- e siccome è tuto molto costoso, meno sprechi ci sono, più pazienti si possono seguire” chiarisce la dottoressa responsabile dell’unità semplice che, come ha ricordato Grinta, generà una “mobilità attiva per 400mila euro all’anno, essendo un riferimento quantomeno per Marche sud”.