BASILEA - Un maledetto decimo di punto. Resta ai piedi del podio Carlo Macchini. Classe 1996, Fermano doc, il campione della sbarra è cresciuto con la Fermo 85 e oggi è in forza alla Polizia di Stato, seguito dal tecnico Marco Fortuna. Nel 2017 arrivò quarto in coppa del Mondo. E quarto resta anche agli Europei.
Ci credeva, voleva vincere, ma un’imprecisione gli costa cara: chiude con 13,60. Il podio è lì, a 13,76 e se lo prende Asil. L’argento va a Toba con 13,833 e l’oro a Belyaskiy con 14,066, che ha disputata una straordinaria finale dopo esserci arrivato con il settimo tempo. Macchini si era presentato alla finale con il terzo punteggio, 14.066 maturato giovedì alle qualificazioni.
Tutti incollati a schermi, tv, pc ed è stato liberatorio il sospiro dei supporters, quando l’abbiamo visto atterrare con uno dei suoi magici “stopponi”. Carlo scende con il sorriso, il suo migliore biglietto da visita, consapevole di aver sfiorato il podio. Peccato l’imprecisione, ma il trionfo è solo rimandato. Ne è convinto l’olimpionico Igor Cassina, oro ad Atena 2004, a caldo commenta: “Bravissimo in qualificazione, si stava ripetendo, ma ha avuto una piccola imperfezione ed ecco i decimi. Ma siccome anche io sono partito dal quarto posto, che sia di buon auspicio per Carlo, che è un bravo ragazzo”. Ha margini di crescita secondo il campionissimo: “È cresciuto molto, l’ho allenato un anno. Le sue potenzialità non sono ancora espresse, questo ci fa capire che potrà darci belle soddisfazioni.
Valentina Sabelli