FERMO – Basta truffe agli anziani. O quantomeno, proviamoci a contrastarle. La prefettura di Fermo guida una grande squadra che ha ottenuto fondi del Ministero che il comune di Fermo ha poi saputo mettere a terra. “Il comune ha ricevuto 15mila e 800 euro. E abbiamo firmato una apposita convenzione dal prefetto, dal sindaco di Fermo per avviare il progetto ‘Fermiamo le truffe’ a danno dei soggetti deboli” introduce la vicaria Alessandra De Notaristefani di Vastogirardi.
Sono state numerose le iniziative: ”Siamo partiti da centri sociali di Fermo con incontri informativi in cui gli ufficiali delle forze di polizia hanno dispensato consigli, supportati dagli assessori Torresi e Giampieri”. Il tutto accompagnato da un pieghevole e dai video di Piero Massimo Macchini.
Prevenire è sempre meglio che reprimere, ricorda il viceprefetto Todini. “Primo dato: quando arrivano le pensioni aumenta l’affluenza agli uffici postali e quindi aumenteremo la sorveglianza”. Il vicesindaco Torresi è soddisfatto: “Non potete capire quanto siano stati partecipati i primi quattro incontri. Non solo per presenza, ma per voglia di capire, visto che tanti avevano subito piccole truffe. Cosa fare è la prima domanda che si pongono. Di certo entreremo in tutti i centri sociali e lo faremo anche con lo spot affidato a Macchini”.
Purtroppo le truffe sono sempre dietro l’angolo: “O dietro il monitor, visto che tante arrivano online. La brochure è importante, perché gli anziani ci hanno detto che ‘dopo un mese magari non ricordano’. E così, ora hanno qualcosa da tenere sempre con loro” precisa l’assessore Giampieri che ha avuto il supporto dell’assistente sociale del comune, che ha eseguito tutti gli incontri e riceve le persone che magari si trovano in difficoltà.
La prima sfida per Macchini è stata capire quale mezzo usare per lo spot: “In un minuto lanciamo un messaggio importante, al contempo divertente. Partendo dall’idea che l’anziano non ‘rintronato’ ma sa anche riconoscere le truffe. Lo spot gioca sull’autostima dell’anziano. Con Matteo Berdini ,regista e sceneggiatore dello spot, abbiamo trovato la chiave di lettura, credo giusta”.
“Ma come si fatto a pagare mille euro per un rolex finto da un amico di tuo nipote”; “E tu con quello delle poste finto venuto a casa per controllare le banconote della pensione”; “e tu che hai risposto a un sms mettendo i dati del conto corrente”. Ecco tre passaggi dello spot semplice e diretto, un lavoro non facile tra montaggio, taglio, musiche e regia: “Può diventare virale”. Ne sono convinti tutti. Ed è necessario, lo ricorda il questore di Fermo seduto al fianco dei comandanti dei Carabinieri e della Finanza.
“Noi dobbiamo prevenire. Questi sono reati che dal punto di vista penale non ci consentono grandi azioni in tribunale, quindi dobbiamo davvero anticipare usando proprio la comunicazione. Dobbiamo andare oltre la vittimizzazione involontaria legata alla truffa che poi – riprende il questore - manda in difficoltà le persone”.
Ci sono un’ottantina di campani che colpiscono anche nelle Marche. “Per loro sono veri mestieri, avendo un rischio penale esiguo, parliamo di bagatelle. Il catalogo delle truffe è senza fine. Sanno entrare in empatia con la vittima, usando al meglio il cellulare che impatta su ogni persona. Dobbiamo insistere, ricordare, perché troppo spesso si dimentica”.
Aggiunge il colonnello Troiani: “Purtroppo i criminali in questo campo sono davvero organizzati, una struttura aziendale. Chiamate da remoto, gente che poi si presenta a casa dando continuità. Sono davvero strutturati”.
I casi più comuni sono quella del ‘mamma ho perso il telefono, mi è caduto’, oppure ‘le de truffatrici che si presentano in casa’, o ‘quelli che si travestono da forze di polizia’, o ‘il finto direttore delle poste che chiede dei soldi per un parente che l’ha chiamato’. “Esempi concreti – ribadisce il colonnello Troiani – che trovano strada facile nella solitudine dell’anziano e quindi cerca sempre di socialità, che si spera sia buona come quella dello spot di Macchini”.