PORTO SAN GIORGIO – Chissà se questa volta Aaron Thomas imparerà la lezione: da soli a basket, se non ti chiami Michael Jordan, non si vince. E non è per l'ultimo tiro, quasi obbligato. Il sogno dell’elpidiense Leonardo Ciribeni si è invece avverato: essere protagonista in A2 e battere Montegranaro (78-79). “Veniva da una settimana difficile, da stasera fa parte di quelli che vincono” commenta il coach di Roseto. Grande prova del numero 17 che ha chiuso con 12 punti ma soprattutto ha dato quella verve in più che alla Poderosa ancora nessuno, alzandosi dalla panchina, riesce davvero a dare.
Ennesimo regalo dei gialloblù al termine di una partita che se finiva in pareggio non avrebbe fatto male a nessuno-. Ma il basket è così, dà sempre una chance di vittoria a tutti. la dà anche a Thompson IV che passa in un secondo da possibile salvatore, rimbalzo dopo la consueta forzatura di Thomas, a carnefice con lo 0/2 ai liberi. Perde 78-79 la squadra di coach Franco Ciani che non riesce a sfatare il tabù PalaSavelli.
Folate, da una parte e dall’altra. Non c’è continuità di gioco, non ci sono schemi che funzionano. Un paio di azioni belle, da applausi, perché quando è concentrata la Poderosa sa anche ribaltare il lato e trovare la mano educata di Mastellari e Serpilli. Solo che lo fa per poco tempo e per ancora meno volte. Chiaro che se l'ala titolare, Mastellari, segna 11 punti nel primo quarto e poi 0 negli altri tre diventa dura. Chiaro che se Serpilli, in teoria il quattro titolare, trova un paio di buone triple ma poi in difesa non è in grado di tenere nessuno diventa difficile.
Folate, appunto. Come quelle di Bonacini: tripla dell’ultimo vantaggio e poi indecisioni. Manca Palermo a questa squadra, manca la sua capacità di controllare il ritmo. Il quarto periodo è stato un inno alla follia (si è aperto sul 70-70). Azioni in dieci secondi, a malapena un passaggio e Thomas che inizia a giocare da solo. Ma in tutto l’ultimo periodo produce solo due punti.
Roseto si gode i suoi giovani, praticamente è una Under 20, con tre scout Nba in tribuna ad ammirarli, a cui si aggiunge un americano di fascia bassa come Lattin, che però con le sue lunghe leve sporca molti tiri ai padroni di casa. Alla fine, coach D’Arcangeli indovina anche la mossa psicologica chiamando un time out dopo quello di Ciani, a 16 secondi dalla fine, con le squadre già di nuovo in campo. La Poderosa va in confusione, Thomas tira mentre è marcatissimo, stesso copione due azioni prima con un illogico 1vs3, e la partita finisce con gli abruzzesi che esultano.
Regali, regali, troppi regali per una squadra che poteva essere prima e invece viaggia in retromarcia. E domenica si va Udine. È vero che la Poderosa è bella in trasferta, ma Udine viene da tre ko e ambisce alla A1.
Raffaele Vitali