FERMO – A Dubai brilla l’Università Politecnica guidata dal rettore Gregori, che è un partner fedele della Camera di Commercio delle Marche. Due momenti diversi con lo stesso fine, mostrare il bello che dalle Marche arriva.
Il primo è legato al progetto Campus World. Grazie al supporto dell’ente guidato da Gino Sabatini, rappresentato a Dubai da Massimiliano Polacco e Fabrizio Schiavoni, siglata l’intesa con la Camera di commercio di Dubai che ospiterà lo stage internazionale di due studenti marchigiani della Politecnica. “Una prima collaborazione in vista di nuove relazioni con una realtà in crescita, importante anche per il turismo” ha commentato il componente di Giunta camerale Polacco.
Il secondo momento, invece, ha unito cibo, con un focus sul distretto unico biologico, e architettura grazie al rapporto tra Politecnica e American University in Dubai. Una fida affascinante per le due università: progettare nuove comunità agricole a Dubai per immaginare sinergie rurali-urbane resilienti.
“Insieme – spiega Gregori - esploreremo la relazione territoriale tra Dubai e le sue aree periurbane attivando nuovi scambi e contaminazioni funzionali tra città e campagna. Questa idea sarà esplorata attraverso concetti architettonici innovativi e processi di rigenerazione che dovrebbero coinvolgere gli insediamenti agricoli situati nella periferia della città”.
Durante il workshop, che in questi giorni di Expo marchigiano coinvolgerà 30 studenti, 15 italiani e 15 emiratini, si lavorerà in sei gruppi e tre tematiche: Temporary Living (Abitazione dei lavoratori di campagna + Alloggio per il turismo esperienziale. Progettare tra tradizione e sostenibilità); Innovative Farm (Ing) (produzioni locali e/o mercato locale: un luogo per produrre, vendere e comprare prodotti del deserto; Food Hub (un luogo di diffusione della conoscenza del cibo e di educazione all'agricoltura locale. Laboratori e spazi di ricerca).
La Politecnica ha messo in campo le competenze del Corso di studio in Ingegneria Edile Architettura con il fine di trovare “una maggiore integrazione con l'ambiente circostante e un rapporto più stretto con il deserto che potrebbero portare a una nuova comprensione della struttura urbana e della strategia architettonica di Dubai, integrando nuovi approcci spaziali sostenibili”.