AMANDOLA – “Le potenzialità turistiche della nostra montagna sono evidenti e rispondono a quell'esigenza di undertourism che è sempre più ambita nel mercato. La ricerca di luoghi di villeggiatura meno battuti è in grande sviluppo. L'artigianato, in questa sfida, gioca un ruolo chiave. Non dimentichiamoci infatti – spiega Giorgio Menichelli, segretario generale Confartigianato Macerata, Fermo e Ascoli - che gran parte delle produzioni artigianali di pregio provengono dai piccoli centri”.
Menichelli l’area montana l’ha studiata negli ulti anni, tanto da arrivare a produrre una pubblicazione: L'Italia di Mezzo. Comunità, territori e turismi. Un testo in cui pubblicazione delinea direttrici e spunti per poter sfruttare le innumerevoli risorse culturali, paesaggistiche, enogastronomiche ed imprenditoriali dei nostri luoghi, evidenziando come la leva turistica rappresenti un volano inespresso, con particolare accento sulle potenzialità per i comuni dell'entroterra.
Oggi le parole sono seguite dai numeri del centro studi sull’economia di montagna. Dati che evidenziano il potenziale, ma anche l’arretratezza in particolare del fermano: “Le Marche sono tra le ultime regioni in Italia per numero di Comuni di montagna (il 17,8% del totale), ma con peso maggiore nel Maceratese (il 29,1%) e nell’Ascolano (il 18,2%). Nel Fermano la percentuale è ridotta al 2,5%” spiega il segretario.
Altro dato, la popolazione che è inferiore al dato regionale (6,5% della popolazione totale al 31 dicembre 2022) a Macerata (4,8%), Ascoli Piceno (4,6%) e Fermo (0,6%). “Il sisma del 2016 ha sicuramente aggravato lo spopolamento dell’entroterra”.
Nonostante questo, i margini di crescita sono evidenti: “Vedendo le imprese attive (non agricole) nei Comuni di montagna, queste nel Maceratese hanno prodotto un fatturato di 464 milioni in un anno (2021), nell’Ascolano di 452 milioni di euro, nel Fermano di 13 milioni. Una piccola percentuale rispetto al fatturato totale (il 3,2% del totale nel Maceratese, il 4,4% nell’Ascolano e lo 0,2% nel Fermano), che comunque genera un valore aggiunto che non può lasciare indifferenti: 141 milioni nel Maceratese (3,3% del totale), 109 milioni nell’Ascolano (4,2%) e 5 milioni nel Fermano (0,2%)” prosegue Menichelli.
Il sistema economico deve solo convincersi che c’è un potenziale legato al turismo e all’artigianato, visto che il 17,9% delle imprese attive nell’area montana fermana, per esempio, son artigiane. Dato che raggiunge il 25,3 nel Piceno.
“Dobbiamo allora vedere la nostra montagna come un piccolo scrigno, che può aprirsi ad un turismo che non deve guardare ai grandi numeri, ma deve offrire qualità per avvicinare turismo di qualità. “Le Marche sono terra di turismo esperienziale, tendenza che in Italia ha segnato nel solo 2022 ben 352 milioni di esperienze registrate dal totale degli arrivi nazionali. Un comparto che guarda alla riscoperta dei luoghi inesplorati e che pesa per un giro d’affari di 265 miliardi di euro” conclude Menichelli che crede anche nelle certificazioni, visto che in Italia, su 297 tipicità, 268 sono nate nei piccoli Comuni.
“In una regione geograficamente contenuta come la nostra l’offerta del turismo balneare non può prescindere dal turismo dei borghi e del nostro entroterra. A questa complementarità va aggiunta la ricerca di nuove proposte, anche in termini di ospitalità” la chiosa del segretario generale appassionato di economia e turismo.
r.vit.