di Raffaele Vitali
FERMO – Ultima conferenza di stagione per il mister della Fermana. Cornacchini, quale è il suo futuro?
“Non ci siamo ancora riparlati con la società, avremo tempo. E soprattutto bisogna capire cosa vuole fare la dirigenza”.
Si sente un punto di riferimento del futuro?
“Mi sono trovato bene, abbiamo fatto un lavoro importante. Per fare i risultati in questa categoria bisogna lavorare tanto. È retrocesso l’Arezzo, un gruppo con un budget molto più alto. Noi invece salvi in anticipo, la squadra ha fatto un campionato importante. Mi piacerebbe capire cosa si vuole fare in futuro”.
La prossima serie C da protagonista?
“Sarà ancora più complicato. Ne parleremo, lo ribadisco”.
Cosa si potrebbe migliorare nell’organizzazione della Fermana in vista del futuro?
“A livello gestionale c’è tutto. Perché anche a livello di staff medico abbiamo avuto un supporto grande. La dottoressa è stata un valore aggiunto e ha fatto sì che il Covid non colpisse in maniera importante. E bravi i ragazzi che sono stati dei veri professionisti. Qui si vede una programmazione seria. Poi il budget fa la differenza”.
Società promossa a pieni voti?
“Una società sana come la Fermana dimostra valore: fa calcoli e ridà a tutto il territorio una vetrina tra i professionisti. Questa squadra ha fatto molto, ma molto, ma molto. È dura, vi assicuro che ci sono realtà completamente diverse dove non ti devi preoccupare di nulla e quindi ti puoi adagiare. Qui non puoi. Ma qui emerge la professionalità e la possibilità di giocare in serie C, magari prendendo meno della D. I contratti vengono onorati”.
Le piacerebbe ‘spendere’?
“Qui si fa il massimo con quello che si ha”.
Una valutazione della rosa?
“Non conosco i contratti. Fino a oggi non ho mai voluto sapere chi sarebbe restato e chi no. A me interessavano i risultati e avere da ogni giocatore il massimo”.
Campionato diviso in tre parti: prime dieci gare 13 punti, poi parte centrale fino al Modena con l’exploit (1,4 punti per gara), infine la terza fase, peggiore della prima a livello di risultati. Cosa è successo?
“Nessun calo di tensione. Mantenere l’intensità che chiedo io, non è facile. Mentalmente una volta usciti dalla situazione pericolosa qualcosa si è ceduto. Ma soprattutto, quando si parla degli infortuni, l’uscita di Cognigni per noi è stata fondamentale. Noi non avevamo una alternativa. Nel momento in cui sono arrivato, ho puntato subito a cambiare il passo. Questo mancava, un po’ di intensità. E poi ho portato qualcosa a livello di organizzazione e fisicità. Quando abbiamo pareggiato con il Fano, per me l’unica preoccupazione era il ko di Cognigni. Perché poi va in difficoltà D’Anna, che sa giocare a calcio ma non ha impatto fisico e quindi perdendo chi combatteva per lui è stato un problema”.
Cambiare sistema era impossibile?
“Abbiamo tentennato, ma siamo arrivati alla salvezza. Non dimentichiamo chi è retrocesso e chi rischia, come il Ravenna che ha una rosa molto importante”.
Per reggere i suoi ritmi, sarebbe importante che lei scegliesse i giocatori.
“La possibilità di scegliere ce l’hanno in pochi. Ma è chiaro che mentalità e ritmi con me sono chiari”.
Carta bianca, su che modulo punterebbe?
“Questa non è una squadra che va smontata. I contratti in parte incideranno. Si può sempre modificare il sistema, ma ci vuole tempo”.
Il portiere Ginestra è guarito, il contratto ce l’ha. E quindi?
“Le valutazioni le farò se ci sarò io. Il portiere è sotto contrato, ha una età ma ha fatto un campionato importante ed è forte”.
Legnago-Ravenna, chi si salva?
“Ho parlato a fine gara con Perna ed era contento di non incontrare l’Arezzo. Mentre secondo me era più semplice come incrocio. Ha giocatori di qualità ma lenti, con gli attaccanti veloci. Il Ravenna è organizzata, sarà una bella lotta”.
Cornacchini, ultima domanda: la città l’ha sentita anche senza pubblico, ha avuto modo di capire il tifo?
“Quando sono arrivato sono stato accolto con un po’ di dubbi. Qua dieci anni fa ho perso un campionato che ancora mi fa male dentro. Tornando indietro a quel giorno inventerei qualcosa. A trenta secondi dalla fine non puoi prendere un gol da una squadra che era già promossa. Fu un’annata difficilissima con una società sente. Ma anche per questo sarebbe stato a ancora più piacevole vincere. Perderlo a 87 punti, ancora mi cresce la rabbia. Capite quanto sono legato a questa città”.