di Francesca Pasquali
FERMO - Elisabetta I, la regina dei mari, sul davanti. La battaglia cruciale tra la flotta spagnola e quella inglese sulla schiena. E, poi, l’allunaggio. Neil Armostrong e lo spazio infinito.
Il corpo statuario di Olga Brumar trasformato in tela dalle mani di Lucia Postacchini, la prof. del Liceo artistico di Fermo arrivata seconda nella categoria “spugna” e terza in quella “aerografo” ai Mondiali di body painting.
Professoressa Postacchini, com’è nata la passione per questa forma d’arte?
«Grazie alla scuola. Sette anni fa, abbiamo organizzato delle sfilate di moda in piazza con gli alunni della sezione Oreficeria. C’era Alessandra Trasatti che ha dipinto il viso di una modella. Mi sono incuriosita. Ho cominciato a cercare informazioni sul body painting. È partito tutto da lì».
Poi?
«Ho conosciuto Giusy Campolungo, che mi ha insegnato le tecniche del make-up, e Alex Hansen, il mio maestro di aerografo. Ho iniziato a partecipare alle gare. Ho vinto in Corea del Sud, Francia e Olanda. Ho fatto diversi mondiali, arrivando sempre fuori dal podio. Quest’anno c’è stato il boom».
Com’è stata la gara?
«Avrebbe dovuto svolgersi in Austria, come sempre, ma per il Covid è stata fatta a distanza. Eravamo in cinquecento, divisi in nove categorie. Avevamo otto ore per completare il lavoro. È andata molto bene. Dietro, c’era una lunga preparazione. Il body painting non è qualcosa che si improvvisa».
Quali opere ha realizzato?
«Il tema di quest’anno erano i momenti storici. Nella categoria “spugna”, ho voluto raccontare la storia di Elisabetta I, la regina dei mari, dipingendo sulla schiena della modella la battaglia in cui l’armata inglese ha distrutto quella spagnola e, davanti, la regina con in una mano la benedizione spirituale e nell’altra la spada con cui trafigge la testa di Maria Stuarda. Marina Evangelista, che è di Sant’Elpidio a Mare, ha realizzato un’acconciatura fantastica. Nella categoria “aerografo” ho raccontato l’allunaggio, la prima volta che l’uomo ha messo piede sulla luna».
Che ne pensa del body painting come materia di studio?
«È il mio sogno. Sto aspettando che i tempi siano maturi. In realtà, è una tecnica antichissima. La usavano i guerrieri per andare in guerra. È tornata in voga negli anni Sessanta, ma diversi di quelli che la praticavano furono arrestati perché era considerata oltraggiosa. Oggi, per trovarla, devi andare nelle grandi città. Qui da noi è più difficile. Si dipingono solo pance di donne incinte e visi di bambini per i compleanni. Ma la cultura di dipingere il proprio corpo si sta diffondendo e, prima o poi, il body painting sarà sdoganato».
Nuovi lavori in programma?
«Per il Carnevale di Fano. Un carro che rappresenta l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso di Dante».