Il 40enne fotografo di Amandola scelto con tre immagini dal celebre critico d'arte per la mostra di Recanati.
di Raffaele Vitali
AMANDOLA - “Credo che i miei scatti siano stati scelti perché effettivamente rappresentano alcuni reali aspetti di paesaggio italiano. Scatti carichi di significato, che non hanno bisogno di essere spiegati con le parole”. Antonio Baratto è un graphic designer con la passione della fotografia. Durante le sue giornate lavora alla Clementoni, multinazionale marchigiana, ma il suo estro emerge in ogni scatto e lavoro che poi conquista appassionati e professionisti. In questo caso è stato Vittorio Sgarbi, il più famoso critico d’arte italiano, a essere conquistato dalle immagini ritratte dall’obiettivo di Baratto a tal punto da scegliere una delle sue foto per il manifesto della mostra.
Amandolese doc, a 40 anni non si tira mai indietro quando ci sono delle sfide da affrontare, come quella per la mostra fotografica ‘Paesaggio Italiano – L’Infinito tra Incanto e Sfregio’ che fino al 15 gennaio è ammirabile nel museo civico di Villa Colloredo Mels di Recanati, la città dell’Infinito.
“Attraverso la mostra ho avuto la possibilità di far conoscere il mio punto di vista sul paese in cui vivo. Ho scelto di inviare tre fotografie perché rappresentano per me alcuni aspetti di paesaggio italiano. Il cinema, la settima arte per cui l'Italia si è fatta conoscere in tutto il mondo. Un cinema di paese ormai quasi scomparso, Felliniano. Da Gigetta, l'Italia delle sagre, delle tradizioni che non muoiono mai. L'onda, l'uomo moderno, distratto dalla tecnologia, non si accorge della potenza della natura. Tema secondo il mio punto di vista molto attuale”.
Una mostra articolata in 6 sezioni: L’Incanto, lo Sfregio, il Paesaggio Umano, l’Utopia, il Paesaggio Interiore e la Città. Dietro l’organizzazione, a parte Sgarbi, c’è l’associazione culturale Lo Stato dell’Arte, organizzata in collaborazione con il Comune di Recanati e Sistema Museo.
Sono 91 le foto, di 58 artisti, in mostra che raccontano le storie dei luoghi e le gesta dei suoi abitanti, rappresentando le contraddizioni, tra tran tran quotidiano e situazioni straordinarie, di un passato glorioso che si incrocia col futuro. “Nell’anno in cui si celebrano i duecento anni de L’Infinito di Giacomo Leopardi, una rassegna di fotografia contemporanea che racconta il rapporto tra uomo e natura, tema leopardiano e attualissimo” spiegano gli organizzatori. Che sono rimasti conquistai a tal punto dall’Onda, che a novembre aveva già ottenuto una menzione d’onore dalla giuria del Nn Photography Awards, concorso internazionale di fotografia, per la sezione Street photography, da scegliere lo scatto come immagine della mostra curata da Sgarbi. “un’immagine nata a Pedaso, che ritrae un uomo intento a chattare appoggiato al muro sul quale è disegnata l’onda di Hokusai” prosegue Baratto, secondo di quattro fratelli cresciuti tra i Sibillini ma con la mente proiettata fuori da ogni confine. “La mia passione? Merito di mio padre che mi portava con sé tra le colline marchigiane a cercare di catturare lo scatto migliore. Cerco nell'immagine l'espressione di me stesso, mi lascio sorprendere dal mondo, cercando di catturare un istante che racconti una storia, che provochi emozioni e che rimanga nella memoria del tempo” conclude Baratto che nel 2017 ha pubblicato dieci scatti nel volume “Immagini e Parole” edito da Pagine.