Mentre sono in arrivo lunedì 11 nuovi infermieri, che andranno a coprire anche parte del personale oggi in isolamento domiciliare, e sei Oss.
di Raffaele Vitali
FERMO – “Allo stato attuale non è pensabile che il Murri diventi un ospedale solo Covid. Siamo un ospedale misto e stiamo cercando di separare i percorsi, tra ‘sporco e pulito’, per tutelare pazienti e personale”. È chiaro, ma non vuole aggiungere altro, Licio Livini, direttore dell’Area Vasta 4. E così si spiega la riorganizzazione della Regione Marche (oggi altre dieci vittime, ndr) che per il Murri ha previsto “di aggiungere ai 24 posti letto dell’area medica ulteriori 12 posti letto di malattie infettive e 7 posti letto in terapia intensiva”.
Al contempo, guardando ai vicini, ci sono sei posti letto in più di terapia intensiva per San Benedetto, 20 al Mazzoni di Ascoli per pazienti non Covid nell’ex reparto di malattie infettive. Mentre nel maceratese Camerino sarà solo Covid con 54 posti, a Civitanova per i Covid sono stati attivati 20 posti letto, 8 posti letto in più di terapia intensiva e 8 di medicina di urgenza - pronto soccorso. Nei prossimi giorni saranno attivati 7 posti letto di ostetricia e ginecologia per donne Covid che devono partorire. A Macerata invece, al fine di mantenere l’attività di emodinamica Stroke unit e radioterapia non ci stanno movimenti. Nei prossimi giorni sarà utilizzata per i pazienti Covid una palazzina separata dal resto dell’ospedale, ex reparto di malattie infettive, con posti letto da definire.
Tornando al Murri, prosegue la normale attività perché non si possono fermare le emergenze, il punto nascita, la psichiatria, l’oncologia, la pediatria, la neurologia e tanti altri settori ospedalieri. Ma è chiaro che i reparti vanno tenuti il più possibile lontani da eventuali contagi. Da qui l’organizzazione interna che separa le parti ‘sporche’, dove si trovano i pazienti Covid-19, e le parti ‘pulite’ che saranno principalmente posizionate nella parte vecchia del Murri, dove si trovano oggi Gastroenterologia, Oncologia e Psichiatria.
Tenuti in sicurezza una parte di Medicina, Geriatria e Medicina di Amandola, per poter rispondere a una eventuale crescita dell’emergenza Covid, il piano dell’Area Vasta prevede l’utilizzo dell’area chirurgica, che oggi è divisa su due piani. Se necessario, oculistica e otorino saranno spostate dove oggi si trova il blocco operatorio. Si recupererebbero così una trentina di posti letto. Questa sarebbe la risposta per una fase di emergenza medio-grave.
Per far funzionare però i tanti posti letto, serve anche personale. Prosegue la ricerca di due infettivologi e un pneumologo, sono andate a vuoto le prime fasi di ricerca. Mentre sono in arrivo lunedì 11 nuovi infermieri, che andranno a coprire anche parte del personale oggi in isolamento domiciliare, e sei Oss. Con il personale al completo e i nuovi innesti, il Murri non avrà problemi a gestire il carico di lavoro attuale e che lo attende, è chiaro però che la situazione di parte del corpo infermieristico dopo il caso positivo rilevato a Medicina ha complicato il percorso. E ha confermato quanto sia complessa questa fase e quanto siano esposti gli operatori sanitari, di ogni livello, che lavorano per ore in corsia a stretto contatto con i malati.
Sta funzionando al meglio l’equipe che unisce medici di base e infermieri che è in grado di fare tamponi anche direttamente a casa se necessario. Una intuizione vincente dell’Asur 4, ripresa oggi anche a livello nazionale nel decreto del Governo. Prosegue anche la ricerca di materiale protettivo, che al momento, assicura la direzione, non manca. “Qualcosa può sfuggire” ribadisce il direttore Livini, ma tutti stanno facendo il massimo, anche se per reperire le mascherine FFP2, più protettive rispetto a quelle chirurgiche usa e getta oggi in dotazione, bisogna aspettare che arrivino alla Protezione civile e poi alle varie Asur, visto che gli ordini sono stati centralizzati.